“Ora Rossi ascolti il suo partito”, Intervista a Dario Parrini sul Corriere Fiorentino di sabato 22 novembre

intervista Parrini corfi 22nov2014Intervista di Marzio Fatucchi a Dario Parrini sul Corriere Fiorentino di sabato 22 novembre

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Dario Parrini, segretario del Pd toscano: dopo il duro scontro tra il governatore Enrico Rossi e la sinistra del partito su come affrontare i tagli al sistema sanitario regionale, la riforma proposta da Rossi cambierà?

«E una scelta coraggiosa e giusta quella di accorpare le Asl e di far fronte alle riduzioni di trasferimenti previsti nella legge di stabilità non aumentando le tasse, come hanno fatto altre Regioni, ma operando una riorganizzazione di estesa portata dei servizi, della spesa pubblica, della struttura dirigenziale. Si tratta di una svolta che sta nel solco della migliore tradizione riformista toscana. E un merito di Rossi».

Però…

«Però non possiamo rischiare che errori di metodo indeboliscano il risultato finale. E essenziale una grande capacità di ascolto: degli assessori e dei consiglieri regionali, degli amministratori locali e della società civile, dei territori, di tutti coloro che certo non vogliono frenare il cambiamento, ma aumentarne l’efficacia e l’equità».

Anche molti sindaci, che a stragrande maggioranza in Toscana sono del Pd, hanno espresso dubbi.

«Se sul ruolo dei sindaci nella costruzione delle scelte e sul futuro dell’integrazione sociosanitaria persistono dei timori, di questi timori bisogna tener conto».

Quindi uno stop al governatore?

«Tutt’altro. Ma dato che si è diffusa la sensazione che nel definire le tappe della riforma sanitaria sia mancato un confronto sufficientemente inclusivo, auspico che Rossi ponga in essere da subito atti utili a fugare ogni fraintendimento».

Altrimenti?

«Su questo fronte Rossi avrà tutto l’appoggio del Pd toscano, che del confronto non ha paura perché ha di questa pratica una concezione molto limpida: serve a decidere in tempi certi e prefissati senza dare a nessuno potere di veto».

Il problema però non è solo sulla sanità: la parte del Pd più attenta alle richieste dei progetti dei Comuni e a quelle delle associazioni di categoria ha chiesto un ripensamento sul Piano paesaggistico.

«Le osservazioni al Pit saranno esaminate in vista del secondo e definitivo voto del Consiglio. Di leggi anti-consumo di suolo c’è un bisogno sacrosanto. Ma queste finalità sono conseguibili anche con norme semplici, non inutilmente invasive e vincolistiche. Per il Pd la buona urbanistica è tale non solo se rispetta l’ambiente ma anche se riduce il peso della burocrazia e dell’incertezza tagliando tempi, costi e opacità delle procedure. Che si è favorevoli a incentivare al massimo gli investimenti delle imprese e la creazione di posti di lavoro dovremo dimostrarlo anche in sede di approvazione finale del Piano paesaggistico».

Due richiami sono un avvertimento?

«Sono suggerimenti di un tifoso delle riforme: mi auguro abbiano successo e siano portate in fondo in tempi brevi».

Ma con due nodi così intricati ancora aperti, è sicuro che non si andrà a primarie per la scelta del candidato del Pd alle prossime elezioni, come chiedono i civatiani?

«Sono sicuro che Rossi goda oggi di un grandissimo consenso e che per la sua ricandidatura si sono pronunciati, oltre al sottoscritto, in tanti a partire, dal segretario nazionale Renzi. È l’unica cosa di cui posso aggi essere sicuro».

Farete di nuovo l’alleanza a sinistra o, come si parla in diverse altre Regioni al voto nel 2015, guarderete verso Ncd?

«Mai più alleanze a prescindere: saranno determinate dai programmi. I terreni decisivi sono la modernizzazione del sistema infrastrutturale e dei servizi pubblici locali, le politiche del lavoro con l’obiettivo di fare della nostra regione la realtà apripista nell’applicazione del Jobs act, le politiche sociali e di sostegno alle imprese tramite la lotta a burocrazia e tasse. Non sarà possibile alcuna alleanza senza intese forti e vere su questi punti».

Marzio Fatucchi