‘Ndrangheta a Milano, per Federico Gelli
anche in Toscana la minaccia è concreta

“Il blitz della Magistratura tra Milano e Reggio Calabria di mercoledì scorso con 10 arresti eccellenti e il maxiprocesso alle cosche calabresi scoperte in Lombardia, sono un monito per non abbassare la guardia anche in Toscana dove sono già troppi e inquietanti i segnali della presenza mafiosa in particolare nel settore degli appalti pubblici e nel mondo economico”. Lo ha detto Federico Gelli, responsabile del Forum Legalità del Pd Toscana, durante l’incontro “Il sapore della legalità” che si è svolto il 3 dicembre a Lastra a Signa (Firenze) presso il Teatro delle Arti, dove i ragazzi delle scuole medie hanno incontrato i rappresentati delle istituzioni (tra questi il sindaco di Lastra Carlo Nannetti e l’assessore alla comunicazione Marco Capaccioli), delle associazioni impegnate nelle terre confiscate alla mafie come Arci e Libera, e Pietro Suchan, magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia.

“Se questi fatti sono successi in una regione ricca come la Lombardia, qualcosa di simile potrebbe succedere anche da noi – ha ammonito Gelli – ed è l’ora di finirla con quelli che continuano a non voler vedere il legame tra criminalità organizzata, politica e imprenditoria. Invece i dati dicono che in Toscana la mafia esiste anche se per fortuna non controlla il territorio. L’ultimo dato preoccupante è quello che riguarda le certificazioni antimafia alle imprese. Nel 2010 nella nostra regione ci sono state 10 società, quasi tutte con sede legale nelle regioni del sud ma anche toscane e che operano nel settore degli appalti pubblici, a cui è stata revocata la certificazione antimafia, in altre parole sospettate di convivenza con la criminalità organizzata”.

La mafia in Toscana è molto pericolosa – ha detto il giudice Suchan – perché capace di occultarsi e nascondersi sotto una apparente legalità. Questo rende il lavoro di indagine più difficile e delicato”. “Per quanto riguarda invece gli appalti pubblici – ha continuato Gelli – nella nostra regione esiste una normativa che, se pienamente applicata e attualmente non lo è, ci potrebbe difendere meglio dalle infiltrazioni mafiose. Una normativa che prevede l’offerta economica più vantaggiosa, contro quella più utilizzata del massimo ribasso, e una regolamentazione del sub appalto in modo di premiare le imprese più virtuose. A questo proposito ci piacerebbe anche sapere – ha voluto sottolineare l’esponente del Pd – che fine ha fatto il Patto per la sicurezza e la legalità del lavoro in Toscana sottoscritto nel 2007 tra Regione, Province e Comuni insieme a tutte le associazioni di categoria. L’abbassamento del livello di guardia delle nostre istituzioni nel contrasto alle mafie e ai sodalizi criminali è un atteggiamento pericoloso quando invece, complice anche la grave crisi economica, è necessaria – ha concluso – una più grande mobilitazione e impegno per la legalità”.