«Mai fatto così tanto in poco tempo. E riformeremo anche la scuola», intervista a Dario Parrini sulla Nazione di Empoli del 6 marzo
Parrini e il governo: «Chi contesta sempre e comunque è stucchevole»
Intervista di FRANCESCO MEUCCI
DARIO Parrini torna a Empoli per un incontro pubblico, l’occasione è ghiotta per una chiacchierata sul governo e sui temi locali. Lavoro, pubblica amministrazione e adesso la scuola: la spinta riformatrice del governo Renzi non si ferma. Eppure, ogni volta sono polemiche…
«Si polemizza sul non ricorso al decreto legge per i precari della scuola: a parte che il premier ha chiarito che niente cambia riguardo ai tempi dell’operazione, molti di quelli che criticano il non uso del decreto legge sono gli stessi che fino a ieri ci hanno accusato di farne troppi. Si mettano d’accordo con se stessi. C’è una piccola, ma agguerrita fetta di opinione pubblica che contesta il governo sempre e comunque. Sport stucchevole».
In particolare, la riforma della scuola è sempre stato uno degli scogli più insormontabili per governi vecchi e nuovi; questa volta ce la farete davvero?
«Ce la faremo, come ce la faremo a diminuire di un terzo il numero dei parlamentari e come ce l’abbiamo fatta a ridurre tasse e costo del lavoro, abolire il finanziamento pubblico ai partiti, eliminare gli organi politici delle province, introdurre il contratto di lavoro a tutele crescenti, tassare di più le rendite finanziarie. Sulla riforma della scuola la direzione di marcia è giusta: superamento del precariato; rinnovamento dei programmi; investimento sulla meritocrazia; rafforzamento del rapporto scuola-lavoro. E, soprattutto, nel bilancio 2015 e 2016 ci sono risorse, non discorsi».
La crisi sta lentamente allentando la presa: l’Istat dice che la disoccupazione è in calo e la produzione torna a crescere. Merito anche dei provvedimenti del governo?
«I provvedimenti del governo per aumentare il potere d’acquisto delle famiglie e ridurre i costi delle assunzioni per le aziende si sono efficacemente mescolati con altri fattori positivi come il deprezzamento dell’euro, il calo del petrolio e la riduzione dei tassi di interesse indotta dalla nuova politica monetaria della Bce. E anche l’inversione di tendenza nelle regole europee, che ha visto l’Italia in prima fila, è stata determinante. Resta ancora tanto da fare, ma non si era mai fatto così tanto in così poco tempo negli ultimi venticinque anni».
Il nuovo presidente Mattarella è reduce da un tour in Europa. Sta lentamente cambiando la nostra immagine all’estero. Siamo davvero diventati più credibili?
«L’aumento di credibilità è oggettivo e lo dimostra un fatto più di ogni altra cosa: quattro anni fa per comprare titoli di stato italiani si chiedeva un interesse del sette per cento, oggi meno del due. Chiara la differenza?».
Le critiche all’opera del governo, ultimamente, provengono sempre più spesso anche dall’interno del pd. Siete prossimi a una spaccatura oppure il partito deve ancor imparare a convivere meglio con le sue diverse anime?
«Il nostro pluralismo interno deve esprimersi in piena libertà, ma senza l’autolesionismo che talvolta vedo in certi interventi. Si deve discutere e poi decidere, e infine applicare unitariamente la decisione presa. Ciò precisato, non vedo rischi di spaccatura».
Salvini ha portato in piazza a Roma una manifestazione dal forte sapore razzista e xenofobo. Anche in Italia si rischia la deriva verso una destra populista? Il Pd non avrebbe fatto bene a manifestare in modo più netto, magari anche con una presenza in piazza, il proprio dissenso verso certi toni e atteggiamenti?
«Il Pd deve pensare a far riuscire le proprierr iniziative, non ai contro-cortei. Allo stesso tempo va fermamente condannato il populismo fascioleghista. Salvini cerca di cavalcare la rabbia e la disperazione ma non ha alcuna capacità di risolvere i problemi. Questo i cittadini lo sanno. Non andrà lontano. Io sono persino contrario a parlarne troppo. Lasciamolo cuocere nelle sue contraddizioni».
LE QUESTIONI LOCALI
«Finanziato il raddoppio tra Empoli e Granaiolo»
NON SOLO temi di politica nazionale, con Dario Parrini si affrontano anche le più scottanti questioni locali. A partire dalla viabilità e per fine con la sanità, soprattutto alla luce della riforma del servizio sanitario locale che vedrà la scomparsa della Asl 11 destinata a unirsi con Prato sotto Firenze. Finalmente una buona notizia per l’Empolese Valdelsa: si farà il ponte da Montelupo a Capraia e Limite. Determinante per il reperimento delle risorse il ruolo del sottosegretario Luca Lotti, ma, immagino, anche quello di tutti i parlamentari della zona…
«Quando si parla del nostro territorio, si fa sempre un grande lavoro di squadra, l’unico che porta risultati».
L’Empolese Valdelsa aspetta da troppo tempo anche un’altra opera fondamentale: il raddoppio della 429. Credi che questa volta si riesca davvero a chiudere il cantiere e consegnare la strada ai cittadini? E magari in futuro anche a raddoppiare la ferrovia Empoli-Siena.
«Per portare a termine la 429 ci sono le risorse. Riusciremo a superare anche gli ultimi gravi intoppi. È la priorità numero uno di tutti noi. Per quanto concerne la ferrovia, ministero e Regione hanno deciso di finanziare il raddoppio dei binari tra Empoli e Granaiolo. È una svolta».
Il governatore Rossi ha annunciato un duro piano per la sanità regionale? Cosa devono temere i cittadini?
«È di questi giorni la notizia che la sanità toscana ha superato per qualità quella emiliano-romagnola, diventando la prima d’Italia. Si mantiene il primato rinnovandosi continuamente, riorganizzandosi per spendere meno senza danni per i servizi. Fondamentale, quando ci si riorganizza, è dare peso e ruolo ai sindaci e alle comunità locali. Le scorciatoie centralistiche non esistono. E se esistessero andrebbero evitate. L’abolizione ormai prossima delle province impone di trovare un nuovo equilibrio tra Regione e comuni».