Scandalo Roma. “Vecchia politica è morta. Pd persegua cambiamento. In Toscana, anche se virtuosa, per Regionali codice etico stringente”

mazzeo-stretta9 dicembre 2014 – “Le ultime vicende relative al sistema organizzato di corruzione scoperto a Roma sembrano riportare indietro l’orologio di 20 anni, all’epoca di tangentopoli. E’ vero, c’è un pezzo di classe politica italiana che su certe questioni sembra non cambiare mai. Ed è altrettanto vero che evidentemente non bastano le stigmatizzazioni a livello di opinione pubblica per sconfiggere la commistione tra affari e politica. Sono fatti che stupiscono e indignano, di fronte ai quali non dovranno essere fatti sconti. E’ necessario che chi ha sbagliato paghi e che il PD sia intransigente su questi atteggiamenti. Lo faremo anche noi in Toscana, anche se qui niente del genere finora è mai accaduto. In vista delle prossime elezioni regionali approveremo, come sempre, un codice etico per i candidati. Ci saranno regole di comportamento molto stringenti e su quelle, anche se la Toscana e’ una regione virtuosa, saremo inflessibili”.

 

Lo dice il responsabile organizzazione del Pd toscano, Antonio Mazzeo. 

 

Ciò premesso, sullo scandalo di Roma si devono però analizzare i fatti con razionalità e senso della realtà, senza incappare in inutile e strumentale demagogia. Dire che sono “tutti uguali”, “tutti responsabili”, “tutti conniventi” è profondamente sbagliato. E’ una argomentazione “da bar” che da tempo è diventata – seppur in una forma più sottile – anche tema di battaglia politica. Utilizzare l’arma dello sdegno generale per far passare un messaggio di “contrapposizione politica” è un metodo che prosegue una tradizione molto gettonata, specie nella sinistra post-1989. Certi interventi di esponenti della minoranza interna del partito vorrebbero insomma far credere che con la segreteria Renzi il partito non esiste più, che la politica è solo marketing e con un uomo solo al comando questi processi degenerativi sono più semplici. E’ un messaggio che vogliamo confutare con forza. Con argomenti e fatti che ci sembrano palesi, non con sterili polemiche.

 

Il sistema Roma scoperchia un mix di criminalità e pessima politica che ha le sue radici in tempi lontanissimi. Non è difesa acritica del governo o della segreteria Renzi, ma semplice realtà, dire che gli eventi venuti fuori in questi giorni a Roma riguardano anni in cui lo stesso Renzi era sindaco di Firenze e il suo legame con il PD romano era quasi inesistente. Non di meno, l’attuale Governo ha messo in campo, sin da subito, l’Autorità anti-corruzione di Raffaele Cantone e il PD di Roma è stato immediatamente commissariato ed ha deciso di verificare tutte le iscrizioni degli ultimi anni. Un segnale duro ed inequivocabile verso chi ha usato il PD e la politica per interessi personali e criminali.

Per questo, quello che arriva con forza da Roma è piuttosto l’invito a Renzi ad andare avanti e accelerare il processo di cambiamento, del partito e del governo, che ha messo in piedi in questi mesi. E’ la richiesta di nuova politica, di un nuovo modo di fare partito con meno strutture “ammalate” e più comunità e energie libere e forti. Quelli che chiedono di tornare indietro, invece, sono evidentemente i nostalgici di vecchi sistemi di potere che non hanno ancora capito che la vecchia politica è definitivamente morta insieme ai suoi troppi cattivi maestri.

E’ evidente che le riforme messe in campo negli ultimi mesi da Renzi hanno come obiettivo quello di costruire un Paese meno ingessato, con leggi più chiare ed Istituzioni più trasparenti, e quindi anche meno soggetto ad essere infettate dal virus della corruzione. Basteranno a trasformare il Paese? Lo vedremo, ma intanto vanno conosciute a fondo per poter essere valutate e capire la loro portata. Prendiamo ad esempio il Jobs Act. E’ una legge che permette di far fare un importante passo avanti al mercato del lavoro, alla semplificazione delle norme, all’allargamento delle tutele e alla produzione di politiche e servizi attivi attirando maggiori investimenti esteri e ripensando il sistema degli ammortizzatori sociali. Fino a pochi mesi fa nel nostro Partito se ne parlava solo in convegni per “pulirsi” la coscienza, oggi quelle idee sono una riforma per il Paese.

Certo, non ci nascondiamo. Ci sono e ci saranno anche aspetti che non convinceranno tutti gli osservatori, noi compresi. Ma è necessario che tutto sia esaminato in buona fede e senza pregiudizi. Perché continuare a stigmatizzare il processo riformatore, magari da parte di chi per 20 anni ha guidato il nostro partito o uno di quelli che in esso sono confluiti, ritenendolo affrontato “sulla base di battute funzionali ai messaggi comunicativi” è davvero sorprendente. Cosa è stato fatto in questi vent’anni sul piano della lotta alla corruzione e delle riforme a parte la nefasta riforma del Titolo V? Come mai molti di coloro che adesso fanno distinzioni, precisazioni e “benaltrismi”, pur avendo passato gli ultimi venti anni nelle istituzioni, non si lasciano andare a un briciolo di autocritica?

Sarebbe, crediamo, un atto dovuto e un segno di consapevolezza, ma la risposta la sappiamo. E’ un gioco politico-tattico di aree organizzate all’interno del PD, come prima lo era nei partiti di provenienza e lo è stato anche nei partiti storici della Prima Repubblica. Ma fortunatamente i tempi sono cambiati e i cittadini chiedono ora al PD di risolvere i problemi in tempi rapidi e certi, non di vivere in un congresso permanente che limita l’azione di governo.

Sia chiaro a tutti. Noi a questo gioco non ci adeguiamo e continueremo ad usare il cervello, in piena onestà intellettuale, perché questo e solo questo e’, da sempre, l’unico modo per aiutare davvero la propria comunità” conclude Mazzeo.