“L’Italicum non sarà un sistema ipermaggioritario”. Intervento di Dario Parrini, Repubblica Firenze
3 maggio 2014 – “Non è a mio giudizio vero, come afferma Antonio Floridiasu Repubblicadel 1° maggio, che il sistema elettorale Italicum, combinato con la proposta di riforma del Senato e della distribuzione delle competenze tra Stato e Regioni, sia tale da mettere a rischio la democraticità sostanziale delle nostre istituzioni. Così argomentando Floridia alimenta il coro degli “allarmisti” guidato da Rodotà e Zagrebelsky. Ma in queste materie, io credo, il realismo è da preferire all’allarmismo.
Florida reputa incontrovertibile il carattere ipermaggioritario e ipermanipolativo dell’Italicum. Ma la realtà non è questa.
L’Italicum è ipermaggioritario? Tutt’altro: è una legge maggioritaria tanto quanto altre leggi maggioritarie europee. La revisione del titolo V sacrifica le autonomie locali e regionali? Tutt’altro: si limita a correggere, senza stravolgimenti, le disfunzioni emerse dopo la riforma del 2001 nel rapporto tra Stato e enti territoriali. Le riforme nate dall’accordo tra Pd, Forza Italia e le altre forze della maggioranza certo non creano un assetto perfetto. Conducono tuttavia ad una situazione notevolmente migliore di quella attuale. Non essendo un allarmista, non dico più o meno democratica. Dico migliore: cioè complessivamente più efficiente.
Una legge elettorale è ipermaggioritaria se produce una sovrappresentanza inusitata e eccessiva del partito o della coalizione di maggioranza relativa.
Ebbene: la disproporzionalità massima possibile nell’Italicum (15 punti %, dal 37% dei voti al 52% dei seggi) non è per niente inusitata. È analoga a quella prodotta in Italia dal Mattarellum nel 1994 e nel 2001 (14 e 13 punti %) e persino inferiore a quella generata in tre delle ultime quattro elezioni dal sistema elettorale del Regno Unito (20 punti % nel 1997; 22 punti % nel 2001; 20 punti % nel 2005) e nelle tre ultime elezioni dal sistema elettorale francese (19 punti % nel 2012; 15 punti % nel 2007; 28 punti % nel 2002).
Degno di nota è infine il fatto che questi risultati si sono verificati, senza che nessuno denunciasse pericoli per la democrazia, in Stati che, come la Francia e il Regno Unito, hanno un Senato a elezione indiretta e un ordinamento di tipo non federale. Per queste ragioni sento di poter asserire con forza che in Italia non si sta impostando una riforma pericolosa. Stiamo impostando una riforma sensata ed europea”.
Dario Parrini
deputato e segretario del Pd della Toscana