Il Pd Val di Cornia – Elba sul nuovo ad della Lucchini
“Sono apprezzabili sia i contenuti che la forma della riunione congiunta fra capireparto e coordinatori Rsu che si è tenuta ieri, voluta dal nuovo amministratore delegato della Lucchini, Francesco Chindemi – così il segretario PD Val di Cornia-Elba Valerio Fabiani si esprime a proposito di Chindemi definendo le sue parole “chiare e responsabili”.
La situazione è critica e il tempo stringe – incalza Fabiani -avremo modo di verificare da subito se a quelle parole seguiranno fatti importanti, ma certamente quello di ieri è stato un buon inizio. All’incontro erano presenti numerosi i lavoratori ed i loro rappresentanti “atto significativo, questo, sottolinea il Segretario PD Fabiani, che speriamo testimoni la volontà di un coinvolgimento di coloro che in questi anni difficili, più di tutti gli altri, hanno creduto nello stabilimento e che, anche sacrificandosi, hanno consentito alla Lucchini di continuare a produrre. Le condizioni dello stabilimento sono preoccupanti – ribadisce Fabiani – ma il commissariamento è evitabile soprattutto se tutti gli sforzi saranno indirizzati e nella ricerca di un compratore che sia in grado di garantire una prospettiva industriale al gruppo e per assicurare le condizioni minime affinché un nuovo partner industriale possa arrivare”.
Anche il responsabile Lavoro del PD Val di Cornia-Elba Enzo De Bonis interviene in merito “E’ stato perso fin troppo tempo prima della nomina del nuovo cda – dichiara schiettamente De Bonis – in questo tempo lo stabilimento ha attraversato momenti di grande incertezza che si sono sommati ad una già precaria situazione e che non ci possiamo più permettere”.
La crisi Lucchini, e quella che attraversa la Magona,- conclude il responsabile lavoro PD – saranno il più straordinario banco di prova per l’Italia e per l’industria italiana. Oggi siamo chiamati a dimostrare che sul nostro Paese ed il suo apparato industriale si può ancora scommettere investendo in innovazione e creando sinergie capaci di abbattere anche i costi più onerosi legati ai cicli produttivi e che in questi anni ci hanno fatto retrocedere sul terreno della competitività.