Il Documento sulle politiche venatorie del Pd toscano

cacciaDocumento del Pd toscano sulle politiche venatorie elaborato in vista della Conferenza Programmatica regionale, presentato all’assemblea dei cacciatori svoltasi a Fornacette il 15 novembre 2013SCARICA

====

 

VERSO LA CONFERENZA PROGRAMMATICA DEL PD TOSCANO
LE POLITICHE FAUNISTICO VENATORIE

La caccia in Toscana ha tradizioni antiche.  Ha accompagnato l’evoluzione dei rapporti  sociali, dal latifondo alla mezzadria,  fino alla conquista del diritto di esercizio anche da parte di chi non possedeva proprietà: la caccia come simbolo di conquista sociale, con la Toscana che ha anticipato il mondo con la riforma di Leopoldo II che conserva ancora oggi caratteri di grande modernità.
Poi la caccia di massa del boom economico del secondo dopoguerra e nel contempo la crescita – prima nei cacciatori che in tanti altri – della consapevolezza della necessaria misura nella fruizione della fauna e del necessario impegno per garantirle habitat e conservazione nel tempo.

La caccia è tutt’ora fenomeno di massa, una realtà popolare.  Il diffondersi della cultura urbana e l’affievolirsi della cultura rurale nel rapporto con l’ambiente e le risorse naturali ne ha nel tempo ridotto il rilievo quantitativo in termini di numero di cacciatori, ma valorizzato il ruolo crescente come attività determinante per la gestione dell’ambiente ed il mantenimento degli equilibri faunistici.

***
Il PD riconosce dunque  alla caccia un valore sociale autentico, per le decine di migliaia di praticanti attivi, per il valore culturale in quanto sedimento di conoscenze e tradizioni e parte viva della cultura rurale, per il valore che ha sulla economia toscana e per il valore ambientale, per  l’opera di gestione della fauna indispensabile ai fini di mantenere equilibri fondamentali per la tutela della biodiversità.

***

L’impostazione, coerente con questa visione,  che caratterizza da sempre le politiche venatorie della Toscana muove dalla considerazione che la caccia non è semplicemente una attività di prelievo da regolare, organizzare e controllare ma è invece una componente importante della gestione del territorio, partecipe dell’insieme delle attività che contribuiscono alla conservazione della natura, alla difesa della biodiversità, alla valorizzazione delle risorse ambientali. Anche l’Europa riconosce alla caccia moderna, fondata su criteri tecnici e scientifici, una funzione altamente positiva nel mantenimento di equilibri qualificati, in quanto la fruizione sostenibile delle risorse naturali rinnovabili è condizione per la loro conservazione.

Gli atti legislativi, regolamentari  e di pianificazione della Regione hanno coerentemente seguito questa impostazione, disegnando fin dal recepimento della L. 157/92 un quadro normativo e programmatico che si poneva l’esplicito obbiettivo di integrare la programmazione faunistico/venatoria con le politiche complessive di governo del territorio, nella consapevolezza che il mantenimento di rapporti ottimali fra le specie selvatiche e fra esse e l’ambiente, l’agricoltura, l’uomo con le sue attività è fattore indispensabile – tanto più in una realtà dalla grande complessità e ricchezza ambientale come la Toscana – per garantire al contempo tutela e sviluppo.

L’evoluzione più recente delle condizioni ambientali e faunistiche, con i crescenti squilibri ed i conseguenti problemi, testimonia la lungimiranza dell’approccio Toscano e, nel contempo, denuncia le contraddizioni di un contesto legislativo nazionale che ne ha limitato o addirittura impedito la concreta e compiuta realizzazione.

***

Negli ultimi venti anni il contesto ambientale ha conosciuto trasformazioni profonde che hanno determinato cambiamenti radicali nella presenza delle specie selvatiche in qualità e quantità, negli equilibri specifici ed interspecifici, nel rapporto di sostenibilità con le attività antropiche ed in particolare con l’agricoltura:  la crescita esponenziale delle specie ungulate e l’aumento abnorme di specie alloctone ed invasive (dalla nutria al gabbiano, dallo storno al piccione di città) compromettono gli assetti e gli equilibri ambientali e faunistici, il patrimonio artistico e culturale, la salute dei cittadini.
Indispensabile, per far fronte a questa situazione, l’intervento continuo dell’uomo con un’opera di gestione permanente, opera di cui la caccia ed i cacciatori sono, e sempre più possono essere, attori fondamentali.

Una gestione della fauna razionale ed efficace  postula una considerazione unitaria del territorio, nel rispetto delle diverse caratteristiche e destinazioni ma rigorosa nel perseguire gli obbiettivi di equilibrio stabiliti: al contrario, arretratezze  culturali e incoerenze legislative ostacolano pesantemente una gestione faunistica volta a conseguire efficacemente gli obbiettivi suddetti, con la separazione artificiosa fra aree protette ed altre superfici e con l’imposizione al prelievo venatorio di parametri astratti rispetto alla specifica realtà territoriale, con gli effetti ormai talvolta drammatici per le produzioni agricole e financo la sicurezza dei cittadini.

Le più avanzate e qualificanti introdotte nella legge regionale 3/94 a seguito della Conferenza della Caccia del 2009, il cui documento programmatico conclusivo anticipava, fra le finalità poi tradotte in legge, una riforma mirata a “rafforzare l’integrazione fra la programmazione faunistica e gli altri strumenti di governo del territorio e di programmazione, nell’ottica di una gestione complessiva ed armonica di tutto il territorio agro-silvo-pastorale che consenta di superare, fra l’altro, il dualismo fra aree di caccia ed aree a divieto di caccia”.

L’inserimento nella legislazione regionale di concetti quali la sostenibilità della presenza delle diverse specie selvatiche in rapporto alle attività antropiche,  la pianificazione che individua le aree dove tali presenze sono sostenibili  e quelle invece dove – per tutela dell’agricoltura soprattutto – è necessario porsi l’obbiettivo della “densità zero”, la definizione di procedure e modalità per  consentire di intervenire in ogni periodo e su tutto il territorio al fine di garantire il mantenimento degl