Dibattito ipotesi primarie Lucca. Intervento del segretario del PD toscano Dario Parrini
22 marzo 2016 – “Desidero precisare il mio pensiero sul dibattito di questi giorni in merito all’ipotesi di primarie per la scelta del candidato sindaco del Pd e del centrosinistra nelle elezioni comunali di Lucca in programma nel 2017.
La prima considerazione è che ogni cosa va fatta a suo tempo.
Diversi comuni importanti andranno al voto in Toscana nei prossimi mesi: sei sopra i quindicimila abitanti, uno dei quali in provincia di Lucca, Altopascio.
A ottobre ci sarà un referendum costituzionale decisivo per le sorti del Pd e del Paese.
Questi, e non altri, sono gli assilli del Pd toscano. Al perseguimento di questi obiettivi, e non di altri, il Pd, a ogni livello, dovrà dedicare tutte le proprie energie e tutta la propria attenzione.
Quindi, ogni riflessione specifica da parte mia è impossibile. E sarebbe, inoltre, inopportuna. Posso fare però delle riflessioni di carattere generale.
Il nostro statuto considera le primarie una cosa bella e importante. Le prevede come via maestra per scegliere gli aspiranti sindaci che si candidano a tale carica per la prima volta e se ricorrono certe condizioni stabilisce che debbano sottoporsi a primarie anche i sindaci uscenti che vogliono candidarsi per un secondo mandato. Per far scattare questa seconda fattispecie lo statuto prevede, giustamente, dei quorum assai elevati. Mentre per impedirla sono necessari dei quorum ancora più alti.
Stiamo parlando del nostro statuto, non di una carta straccia raccolta per strada.
La politica non si fa solo con gli statuti, ovviamente. Ma non viene meglio se si fa contro di essi, o senza.
Anche a Lucca, bisognerà formulare, a tempo debito, un’analisi politica. E dare un giudizio politico.
Non c’è una regola valida sempre e in ogni luogo. Non ci sono, a questo proposito, scelte politiche “normali” e scelte politiche “anomale”. Si può decidere in un senso o nell’altro, secondo una valutazione politica che deve essere intelligente e di ampio respiro, e tener conto di tanti fattori.
Lo dimostra quanto è avvenuto di recente in Toscana.
Nel prossimo mese di giugno, per esempio, voteremo in quattro comuni sopra i diecimila abitanti nei quali il sindaco Pd uscente è ricandidabile: Montevarchi, Cascina, Sansepolcro, Orbetello.
A Sansepolcro il sindaco uscente è stato ricandidato senza primarie, dopo un’analisi e un voto del partito, secondo quanto prevede il nostro statuto.
A Montevarchi il sindaco uscente si sottoporrà a primarie che si terranno il 10 aprile.
A Cascina e a Orbetello il sindaco uscente si è sottoposto a primarie, le ha vinte ed è stato ricandidato.
Una cosa è certa: un sindaco uscente non può dire “se a termini di statuto dovrò partecipare a delle primarie, esco e faccio una mia lista civica”. Affermare questo significherebbe entrare nel campo dell’inaccettabile.
Ma anche questo lo dico in generale, perché io una dichiarazione in questo senso del sindaco Tambellini non l’ho mai sentita. Anzi: so per certo che questo non è il suo pensiero.
L’esempio di come è logico e giusto comportarsi in casi del genere, lo demmo in occasione della ricandidatura a presidente di regione di Enrico Rossi, a inizio 2015. Rossi, con molto anticipo, disse: “se qualcuno ha i numeri di statuto per fare le primarie, io le faccio ben volentieri, anche se sono presidente uscente e ricandidabile”. Nessuno riuscì a raggiungere il quorum di adesioni previsto, che è lo stesso previsto per i sindaci uscenti, e Rossi fu ricandidato senza primarie.
Ma a quell’esito si arrivò dando, come Pd Toscana, un esempio di apertura e di serenità. Un bell’esempio. Che, ne sono certo, anche tutto il Pd di Lucca saprà dare, indipendentemente da quale sarà, tra quelle possibili secondo le nostre regole, la strada che sceglierà di percorrere.
Ma di questo discuteremo a tempo debito: dopo il referendum costituzionale”.
Dario Parrini, segretario PD Toscana