Amministrative. Intervista a Dario Parrini sul Tirreno del 27 maggio

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Intervista di Stefano Bartoli al segretario regionale del Pd toscano Dario Parrini sul Tirreno del 27 maggio 2014

«Abbiamo stabilito dei veri e propri record con tre Comuni in testa alla classifica nazionale: Pontassieve con il 69,8 per cento, Castelfiorentino con il 69,7, Montaione a quota 69. E poi questa Toscana al 56 per cento, una percentuale mai raggiunta neanche dal Pci di Enrico Berlinguer».

A Livorno invece le cose non sembrano essere andate così bene e ci sarà il ballottaggio con il candidato grillino…

«Beh, nel voto amministrativo ci sono anche ragioni di carattere locale: nei prossimi quindici giorni parleremo con la gente per capire le loro ragioni, e poi anche con le liste civiche a noi vicine».

È quasi incontenibile l’entusiasmo di Dario Parrini, segretario toscano del Partito democratico e renziano della prima ora: i consensi sono arrivati a valanga e il “buco” di Livorno non sembra turbarlo più di tanto. Dunque, come giudica il risultato toscano?

«È un risultato eccezionale, come dicevo mai raggiunto, neanche nelle amministrative del 1975, che fu l’anno del balzo in avanti. Tra l’altro mi piace sottolineare che in otto province su dieci siamo andati oltre il 50 per cento e nelle altre due, cioè Lucca e Massa Carrara, siamo intorno al 48-49».

Veniamo ai due casi locali più eclatanti. Il primo è Prato con Matteo Biffoni che è il simbolo di una riscossa.

«Si tratta di un risultato molto significativo. Avevamo sondaggi che ci dicevano che ce la potevamo fare al primo turno e ce l’abbiamo fatta con quasi il 60 per cento. Ma voglio sottolineare che, in una grande città come quella, non si trattava affatto di un risultato scontato».

Livorno vi ha riservato invece una brutta sorpresa: la città dove è nato il Pci manda al secondo turno il candidato del Pd. Cosa che non è accaduta a Piombino dove anche lì la crisi certamente non ha scherzato.

«A Livorno gli elettori hanno mandato al Pd un segnale che deve essere preso in considerazione. Per quanto riguarda il risultato del ballottaggio io sono fiducioso, soprattutto perché comunque il vantaggio rispetto al candidato arrivato al secondo posto, quello del Movimento 5 Stelle, è di almeno 20 punti. Credo però che si debba parlare con le persone per capire il perché di questa scelta e che si possa aprire un dialogo con le altre forze della sinistra e con le liste civiche che ci hanno mandato al ballottaggio. Da sottolineare però che abbiamo riconquistato Pescia al primo turno, Montale, Montecatini va al ballottaggio, e ottimi risultati sono arrivati anche dalla montagna pistoiese. Purtroppo, abbiamo invece perso Fiesole, certamente per ragioni locali, così come è accaduto a Livorno».

Voi avete parlato sempre di rinnovamento. Crede che il successo sia dovuto ad un effettivo ricambio, oppure il carisma di Renzi ha oscurato anche i problemi del partito?

«Io penso che ci sia stato un grandissimo rinnovamento. Bastava guardare la conferenza stampa di domenica sera dalla sede nazionale del Pd, per vedere quasi tutte facce sconosciute fino a poco tempo fa. C’è veramente una nuova classe dirigente che, insieme a Renzi, sta facendo cose difficili con risultati entusiasmanti. E non è una questione anagrafica perché abbiamo saputo coordinare la gioventù con l’esperienza, un obiettivo raggiunto grazie al metodo delle primarie». ©RIPRODUZIONE RISERVATA