Venturi: “Montagna, necessaria normativa specifica”. Salvadori: “Incentivare filiera energetica delle biomasse”

La montagna non può essere terra delle deroghe, ci vuole una normativa specifica per tutelarla:  bisogna trovare il modo di conciliare la giusta necessità di una razionalizzazione delle spese con l’esigenza di ripartire i sacrifici in maniera eguale tra tutti, considerando che chi abita in zone periferiche o montane non può pagare più tasse e non usufruire poi di servizi fondamentali”.

A dirlo è Gianfranco Venturi,  consigliere regionale e responsabile Politiche per la montagna Pd Toscana,  intervenuto alla Festa Democratica metropolitana e regionale in corso alle Cascine, nel  dibattito “Quale futuro per la montagna toscana” con Gianni Salvadori, assessore all’agricoltura Regione Toscana, Oreste Giurlani, presidente Uncem Toscana e Irma Visalli, coordinatrice tavolo programmatico “Montagna” del Forum Politiche ambientali del Pd nazionale.

“Dev’essere prerogativa del nostro partito tutelare le diversità dei territori e, proprio per questo al prossimo Consiglio regionale discuteremo una mozione, già firmata da 14 consiglieri Pd, per chiedere maggiore equità anche sotto il profilo della parità di accesso ai servizi per le aree marginali, già pesantemente penalizzate, questo con la consapevolezza di dover portare avanti adeguatamente gli impegni di risanamento finanziario richiesti  dalla spending review”, aggiunge Venturi.

La Toscana è la regione più boscata d’Italia, è importante attuare una valorizzazione energetica di queste risorse, favorendo la filiera delle biomasse, settore che porterebbe ricchezza e posti di lavoro, almeno 1000 in più, contrastando fenomeni di spopolamento di campagne e zone montane e contribuendo al miglioramento della qualità della vita di chi le abita.- spiega invece Salvadori  – Far produrre ricchezza all’interno della montagna è importante a maggior ragione in un momento come questo, in cui il quadro è cambiato e ci sono meno soldi pubblici da investire”.

Si parla della montagna solo in caso di emergenza, invece è il caso di affrontare costantemente l’argomento e come UNCEM, i rappresentanza di 168 Comuni toscani, piccoli e montani,  crediamo in un piano serio per lo sviluppo dei territori da discutere e condividere.- fa presente Giurlani – La difesa del suolo deve essere una costante, non si può parlare di dissesto idrogeologico solo quando ci sono problemi. Sarebbe auspicabile, inoltre, un’indennità compensativa, ovvero un ritorno delle risorse in montagna per tutti i benefici e servizi che offre anche per la città, basti pensare all’acqua. Governance e sostenibilità sono le sfide che la montagna toscana si pone per il prossimo futuro, nella consapevolezza che le potenzialità di cui dispongono i nostri territori, dall’agricoltura all’industria, dall’energia alla cultura, rappresentano una risorsa propulsiva per una nuova fase di sviluppo dell’intero territorio regionale. In una prospettiva di questo tipo, sono ancora più necessarie strategie integrate specifiche da attuarsi sia con strumenti di programmazione regionale e locale ma anche con atti negoziali che concorrono alla creazione di condizioni favorevoli ad un complessivo sviluppo delle montagne. Diventano quindi sempre più necessarie politiche ad hoc per la montagna”.

 “Da assessore provinciale a Belluno ho permesso il riconoscimento Unesco delle Dolomiti, risultato ottenuto facendo rete con altre regioni: da quest’esperienza è emerso quanto portare avanti un gruppo di lavoro interregionale sia fondamentale per il territorio montano”, conclude Visalli.