«Per il governatore le stesse regole dei sindaci» – Intervista a Marco Ruggeri sul Corriere Fiorentino del 30 maggio

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«Per il governatore le stesse regole dei sindaci»
Ruggeri, capogruppo Pd: «La Regione preceda le Camere: presidente a doppio turno. Preferenze o collegi maggioritari»

Intervista a Marco Ruggeri sul Corriere Fiorentino del 30 maggio 2013  (Leggi)

 

Marco Ruggeri, presidente gruppo Pd in Toscana. Le amministrative vi hanno fatto tirare un sospiro di sollievo. Vincete ma perdete voti. Anche la Regione diventa contendibile?
«Il voto alle comunali è diverso da quello delle elezioni regionali o nazionali: un conto è il peso del messaggio di Grillo, un conto i suoi candidati locali. Per noi, normalmente, vale l’opposto. Ma di fronte ad un Pd dato per spacciato, invece di un congresso sembrava di celebrare un funerale, anche grazie alla selezione arrivata dalle primarie e alla qualità dei candidati, il risultato – che qualche problema lo crea comunque – innegabilmente è positivo».

In termini numerici, no
«L’astensione ci ha colpito: è diventata un partito in campo, dove si rifugiano gli elettori delusi».

Come recuparli?
«Politicamente siamo ancora vivi. Ora ci vuole una spinta: dobbiamo usare questi risultati e il passaggio congressuale per ricostruire un rapporto positivo tra politica e società. Dobbiamo dimostrare che la politica serve, perché governa davvero. Il Pd così com’è non basta più: un partito come il nostro deve essere popolare, avere rapporto, includere, la società. Non bastano singole personalità per fare un partito, non basta una elitè».

Il rapporto tra cittadini e partiti è mediato dalla legge elettorale. Quella regionale è vista come la madre del porcellum. La modificherete entro la legislatura?
«E un obbligo. Non riuscirci sarebbe una sconfitta terribile. I Toscani ci hanno fatto capire in tutte le maniere, nonostante gli sforzi per ridurre i costi della politica in Regione, che resta questo problema. Entro la fine dell’anno, andremo in consiglio con una proposta, auspicando l’intesa con le forze di maggioranza e l’opposizione».

Con che legge elettorale?
«Abbiamo presentato due alternative per il Consiglio: o introdurre la doppia preferenza di genere nella legge attuale, abolendo i listini. L’altra è quella di 22 collegi uninominali dove eleggere 22 consiglieri con il maggioritario, e il resto (modello Matarellum) in modo proporzionale: non tutti i 4o consiglieri al maggioritario, altrimenti si rischia che vinca una sola forza politica. Ma dato che la nostra legge viene criticata, nonostante non sia tutta da buttare, per la “colpa” di aver tolto un rapporto diretto tra cittadini ed eletti, immagino anche un doppio turno per il presidente della Regione, nel caso non superi il 5o per cento al primo turno. Un modo per legittimare fortemente chi viene eletto, dà stabilità come per i sindaci. Unico limite: non è possibile fare un unico collegio regionale per i consiglieri perché sarebbe troppo dispendioso. Avrebbe costi di campagna elettorale insostenibili, inutile fare leggi anticorruzione se poi la politica ha costi altissimi. La Toscana così potrebbe portare un contributo autorevole e forte a livello nazionale».

Nei collegi i candidati sarebbero di partito o di coalizione?
«Di partito».

E i partiti più piccoli della coalizione, cancellati? Ci staranno?
«Sarebbero compensati dal proporzionale. Ma siamo disponibile a trovare tutte le soluzioni del caso. L’importante è che si esca dal pantano e si trovi una soluzione. E deve servire per spingere il dibattito a livello nazionale».

E a livello nazionale?
«Io sono per il doppio turno, di collegio, per i parlamentari e, naturalmente, per l’elezione diretta del  presidente della Repubblica, ,sul modello francese. Il Matarellum? E un sistema migliore di quello attuale: ma ci ha costretto a maggioranze troppo larghe e insostenibili».

Marzio Fatucchi