Elezioni amministrative, il commento di Dario Parrini segretario Pd Toscana
“Sul turno di elezioni amministrative di ieri e di due domeniche fa svolgeremo nei prossimi giorni analisi approfondite, meditate e franche, a livello nazionale e nelle singole realtà al voto. Fin d’ora si può dire che abbiamo avuto la conferma che nelle elezioni comunali non c’è ormai niente di scontato in nessun posto. Non ci sono fortezze inespugnabili e tutti i comuni risultano contendibili. Appaiono sempre più decisivi i fattori locali: chi candidi, con che programma, con quale visione della società e con quali metodi ti proponi di governare se non sei tu che hai governato; come hai governato se sei tu che hai governato: che errori hai compiuto, che meriti hai acquisito, che rapporto hai saputo costruire giorno dopo giorno coi cittadini, con il volontariato, con il mondo delle imprese; quanto sei stato inclusivo e disponibile a farti carico dei problemi collettivi; quanta empatia, umiltà e energia hai messo nel tuo lavoro; quanto hai saputo ascoltare le richieste dei singoli e dei corpi intermedi; se il contesto in cui operi è segnato dalla coesione o viceversa dalle lacerazioni. Contano anche, ovviamente, le qualità degli avversari che ti trovi di fronte, che non sono dappertutto uguali. Nelle comunali si vota al novanta per cento su queste cose, altrimenti non si capisce, per fare degli esempi tratti dalla Toscana, come mai si perde a Pistoia che ha tradizioni di sinistra e si vince a Lucca che ha una storia molto diversa; come mai si vince a Camaiore e si perde a Forte dei Marmi che gli sta accanto; come mai si perde a Serravalle Pistoiese e si vince a Quarrata che gli sta accanto; come mai si vince a San Marcello Piteglio e si perde ad Abetone Cutigliano che gli sta accanto. Nelle elezioni comunali non si vota sulle coalizioni, dato che con la stessa coalizione si ottengono risultati opposti (in Toscana, ad esempio, si vince a Lucca e si perde a Pistoia). E non si vota su come si collocano i candidati sindaci nel dibattito nazionale interno al Pd. In Toscana si è votato in 6 comuni con più di 15 mila abitanti. Abbiamo vinto in quattro (tre al primo turno e uno al ballottaggio) e perso in due. Non nelle vicende nazionali ed extra-comunali si trova la ragione principale e sostanziale delle vittorie che ci danno grande gioia (Tambellini a Lucca, Del Dotto a Camaiore, Mazzanti a Quarrata, Benucci a Reggello). E se Bertinelli ha perso a Pistoia e Zanetti a Carrara, non nelle vicende nazionali ed extra-comunali si trova la ragione principale e sostanziale della loro sconfitta, che ovviamente amareggia non poco. Detto questo, è innegabile che i risultati di ieri e dell’11 giugno presentano anche alcuni tratti omogenei sul piano nazionale (ripresa del centrodestra, difficoltà del centrosinistra, pesante arretramento del M5S), e che hanno avuto un peso, sia sulla dimensione del non voto che sulla distribuzione dei consensi, fattori tipicamente nazionali. Ne indico uno in particolare: il livello eccessivo delle frizioni e dei contrasti a sinistra. La polemica e il conflitto continuo disorientano e spingono una parte di cittadini lontano da noi. La scissione e la incessante opera di demonizzazione del Pd portata avanti da alcuni settori della sinistra che formalmente fanno parte insieme a noi della stessa maggioranza di governo hanno disorientato e creato un disagio che sarà riassorbibile solo dando meno spazio alle questioni astratte e più spazio alla costruzione di un rapporto di maggiore sintonia coi cittadini e di un forte e credibile progetto concreto di trasformazione moderna dell’economia e della società nel segno dell’equità e della lotta alle disuguaglianze, dello sviluppo, della solidarietà, della legalità, dell’equilibrio permanente tra diritti e doveri di cittadinanza”.
Elezioni amministrative, il commento di Dario Parrini segretario Pd Toscana
“Sul turno di elezioni amministrative di ieri e di due domeniche fa svolgeremo nei prossimi giorni analisi approfondite, meditate e franche, a livello nazionale e nelle singole realtà al voto. Fin d’ora si può dire che abbiamo avuto la conferma che nelle elezioni comunali non c’è ormai niente di scontato in nessun posto. Non ci sono fortezze inespugnabili e tutti i comuni risultano contendibili. Appaiono sempre più decisivi i fattori locali: chi candidi, con che programma, con quale visione della società e con quali metodi ti proponi di governare se non sei tu che hai governato; come hai governato se sei tu che hai governato: che errori hai compiuto, che meriti hai acquisito, che rapporto hai saputo costruire giorno dopo giorno coi cittadini, con il volontariato, con il mondo delle imprese; quanto sei stato inclusivo e disponibile a farti carico dei problemi collettivi; quanta empatia, umiltà e energia hai messo nel tuo lavoro; quanto hai saputo ascoltare le richieste dei singoli e dei corpi intermedi; se il contesto in cui operi è segnato dalla coesione o viceversa dalle lacerazioni. Contano anche, ovviamente, le qualità degli avversari che ti trovi di fronte, che non sono dappertutto uguali. Nelle comunali si vota al novanta per cento su queste cose, altrimenti non si capisce, per fare degli esempi tratti dalla Toscana, come mai si perde a Pistoia che ha tradizioni di sinistra e si vince a Lucca che ha una storia molto diversa; come mai si vince a Camaiore e si perde a Forte dei Marmi che gli sta accanto; come mai si perde a Serravalle Pistoiese e si vince a Quarrata che gli sta accanto; come mai si vince a San Marcello Piteglio e si perde ad Abetone Cutigliano che gli sta accanto. Nelle elezioni comunali non si vota sulle coalizioni, dato che con la stessa coalizione si ottengono risultati opposti (in Toscana, ad esempio, si vince a Lucca e si perde a Pistoia). E non si vota su come si collocano i candidati sindaci nel dibattito nazionale interno al Pd. In Toscana si è votato in 6 comuni con più di 15 mila abitanti. Abbiamo vinto in quattro (tre al primo turno e uno al ballottaggio) e perso in due. Non nelle vicende nazionali ed extra-comunali si trova la ragione principale e sostanziale delle vittorie che ci danno grande gioia (Tambellini a Lucca, Del Dotto a Camaiore, Mazzanti a Quarrata, Benucci a Reggello). E se Bertinelli ha perso a Pistoia e Zanetti a Carrara, non nelle vicende nazionali ed extra-comunali si trova la ragione principale e sostanziale della loro sconfitta, che ovviamente amareggia non poco. Detto questo, è innegabile che i risultati di ieri e dell’11 giugno presentano anche alcuni tratti omogenei sul piano nazionale (ripresa del centrodestra, difficoltà del centrosinistra, pesante arretramento del M5S), e che hanno avuto un peso, sia sulla dimensione del non voto che sulla distribuzione dei consensi, fattori tipicamente nazionali. Ne indico uno in particolare: il livello eccessivo delle frizioni e dei contrasti a sinistra. La polemica e il conflitto continuo disorientano e spingono una parte di cittadini lontano da noi. La scissione e la incessante opera di demonizzazione del Pd portata avanti da alcuni settori della sinistra che formalmente fanno parte insieme a noi della stessa maggioranza di governo hanno disorientato e creato un disagio che sarà riassorbibile solo dando meno spazio alle questioni astratte e più spazio alla costruzione di un rapporto di maggiore sintonia coi cittadini e di un forte e credibile progetto concreto di trasformazione moderna dell’economia e della società nel segno dell’equità e della lotta alle disuguaglianze, dello sviluppo, della solidarietà, della legalità, dell’equilibrio permanente tra diritti e doveri di cittadinanza”.
Ballottaggi, il commento di Antonio Mazzeo e Nicola Danti
“In certe serate il sentimento non può che essere duplice e contrastante. A fronte di risultati nazionali non certo positivi, in Toscana a consuntivo il PD ha vinto in 4 dei 6 comuni sopra 15mila abitanti che andavano al voto e il ballottaggio ci porta anche una buona notizia tutt’altro che scontata. La vittoria di Lucca ci conferma infatti al governo di una città che per tanti anni è stata in mano alla destra e premia il grande lavoro che, specialmente nelle ultime settimane, abbiamo messo in piedi sul territorio per spiegare quante e quali fossero le differenze tra la nostra proposta e quella degli avversari. D’altro canto la sconfitta di Pistoia fa male, tanto. È evidente che il logoramento del rapporto tra amministrazione comunale e città ha superato di gran lunga il livello di guardia. Il lavoro fatto nelle ultime due settimane non è bastato a modificare questo dato di fatto. Di fronte a un risultato così pesante, l’analisi di cosa non ha funzionato nel governo della comunità dovrà essere senza sconti. Certo, in una Regione storicamente di centrosinistra come la nostra mi pare anche abbastanza chiaro che la scissione ha disorientato qui più che altrove. E il risultato di Carrara, dove le divisioni interne al centrosinistra sono state gravi e profonde, al punto che tanti pezzi della passata amministrazione hanno preferito sostenere il candidato del M5S, ne è una riprova ulteriore, per di più in un territorio dove una crisi economica e sociale più forte che altrove in Toscana ha acuito il malessere e il desiderio di cambiamento a livello amministrativo”.
Ballottaggi, il commento di Antonio Mazzeo e Nicola Danti
“In certe serate il sentimento non può che essere duplice e contrastante. A fronte di risultati nazionali non certo positivi, in Toscana a consuntivo il PD ha vinto in 4 dei 6 comuni sopra 15mila abitanti che andavano al voto e il ballottaggio ci porta anche una buona notizia tutt’altro che scontata. La vittoria di Lucca ci conferma infatti al governo di una città che per tanti anni è stata in mano alla destra e premia il grande lavoro che, specialmente nelle ultime settimane, abbiamo messo in piedi sul territorio per spiegare quante e quali fossero le differenze tra la nostra proposta e quella degli avversari. D’altro canto la sconfitta di Pistoia fa male, tanto. È evidente che il logoramento del rapporto tra amministrazione comunale e città ha superato di gran lunga il livello di guardia. Il lavoro fatto nelle ultime due settimane non è bastato a modificare questo dato di fatto. Di fronte a un risultato così pesante, l’analisi di cosa non ha funzionato nel governo della comunità dovrà essere senza sconti. Certo, in una Regione storicamente di centrosinistra come la nostra mi pare anche abbastanza chiaro che la scissione ha disorientato qui più che altrove. E il risultato di Carrara, dove le divisioni interne al centrosinistra sono state gravi e profonde, al punto che tanti pezzi della passata amministrazione hanno preferito sostenere il candidato del M5S, ne è una riprova ulteriore, per di più in un territorio dove una crisi economica e sociale più forte che altrove in Toscana ha acuito il malessere e il desiderio di cambiamento a livello amministrativo”.
La riforma della giustizia penale è legge
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