La scuola, l’università e il diritto allo studio per il futuro dell’Italia
“In questi ultimi giorni stiamo assistendo a un’attività particolarmente intensa da parte del Ministro Francesco Profumo, un’attività che, anziché limitarsi all’ordinaria amministrazione come lascerebbero intendere le elezioni ormai imminenti, appare frenetica e sembra aumentare, sia a livello ‘mediatico’, come testimonia il collegamento telefonico di quest’oggi per salutare il milionesimo studente ad essersi iscritto online, sia a livello programmatico e strategico, con l’annuncio, dato sempre oggi, che i nuovi discutibili criteri di merito per l’assegnazione delle borse di studio saranno adottati dal 2015”.
Questo quanto sottolinea Maria Chiara Carrozza, capolista toscana alla Camera dei deputati per il Partito Democratico in merito alle ultime iniziative intraprese dal Ministro Profumo.
“Tutta questa attività, anzi questa iperattività unita a un diluvio di decreti ministeriali, appare fuori luogo negli ultimi giorni della campagna elettorale e sembra rispondere a esigenze che non coincidono in pieno con gli interessi delle famiglie e degli studenti. La scuola, l’università, il diritto allo studio sono temi su cui l’Italia si gioca una buona parte del futuro e assumono un valore troppo importante perché la discussione sia affrontata in maniera frettolosa e veloce, senza la necessaria riflessione e l’indispensabile confronto che richiedono.
E’ quindi auspicabile che tali politiche siano elaborate e discusse dal parlamento e dal governo che entreranno in carica dopo le elezioni e non da un Ministro che si appresta a concludere il mandato. Come Partito Democratico abbiamo un’idea precisa della centralità della scuola, dell’università e del diritto allo studio e, più in generale, dell’istruzione come occasione fondamentale per far ripartire quell’ascensore sociale che da troppo tempo è fermo. Affinché questi temi vengano posti al centro dell’azione di governo e trovino il sostegno di adeguate risorse economiche, per favore, smettiamo di affrontarle come ‘compiti’ da sbrigare negli ultimi giorni di scuola, per rimettersi in pari dai lunghi mesi in cui sono state lasciati da parte e durante i quali le sollecitazioni e gli inviti ad occuparsene, arrivati anche dal Partito Democratico, non sono stati accolti”.