Chiusura uffici postali, Pd Fucecchio: “Querce e Massarella devono rimanere aperti”

«Fa un certo effetto leggere, direttamente dal sito di Poste Italiane, come la mission valoriale di quest’ultima si  incentri sulla “capillare presenza sul territorio e sulla tradizionale vocazione a cogliere le esigenze della propria clientela”-dice caustico il segretario del Pd Fucecchio Michele Polidori- Chiunque abbia un minimo di nozioni giuridiche, ma soprattutto di buon senso riesce a comprendere che Poste Italiane (pur essendo una Spa come soggetto giuridico)  è di fatto un azienda pubblica se si considera chi è il soggetto economico (lo Stato), e perciò dovrebbe avere il compito principale di assicurare la prestazione di quei servizi di pubblica utilità che i privati potrebbero ritenere non conveniente produrre o fornire.

Da ciò ne deriva che Poste Italiane, a differenza di qualsivoglia azienda privata, non ha, o non dovrebbe avere come fine principale il profitto, il quale rappresenta solamente un vincolo di economicità.

Come già affermato alcuni mesi fa il Pd di Fucecchio rifiuta fermamente la logica che Poste Italiane vuole attuare  nella soppressione dei due uffici postali siti nel Comune di Fucecchio.

Stupiscono ancora di più le motivazioni di poca produttività degli uffici di Massarella e Querce, e come sulla base di queste motivazioni, non tenendo conto della vera missione di servizio pubblico, si possa arrivare alla paventata chiusura degli sportelli.

Poste italiane non tiene conto delle ricadute sociali che la chiusura degli uffici comporterebbero; Come al solito a rimetterci maggiormente saranno i cittadini, per lo più pensionati, che per la riscossione della pensione dovranno traslocare presso altri esercizi molto più distanti, poiché inoltre in suddetti territori non esistono sportelli bancari.

Se veramente fosse un problema di economicità, cosa tutta da dimostrare (visto che i costi di gestione di suddetti uffici sono irrisori), la strada che Poste dovrebbe percorrere sarebbe quella di incrementare i servizi ai cittadini ad esempio aprendo uno sportello bancomat, oppure trasformare gli attuali uffici in centri multi servizi oppure modificare l’apertura al pubblico spostandolo dalla mattina al pomeriggio in modo tale da intercettare non soltanto il “cliente pensionato” ma anche coloro che, di ritorno da lavoro, possono svolgere qualsivoglia operazione postale.

È con queste proposte che chiediamo a Poste Italiane di recedere da qualsiasi intenzione di chiusura degli sportelli nelle frazioni, convinti dalla consapevolezza che se vi fossero sprechi da eliminare essi non risiederebbero certo a Massarella e Querce; ben sapendo che l’Azienda di Stato ha bilanci in attivo già da molti anni e la soppressione degli uffici rappresenterebbe la soluzione più semplice per tagliare i costi di scelte di mercato nazionali e internazionali sbagliate».