Carceri, Pd in Regione chiede provvedimenti urgenti. La proposta di risoluzione promossa dal Pd e condivisa dalla maggioranza sul tema carcerario, approvata in aula

carceri14 maggio 2013 – Istituire un progetto specifico sulla sanità carceraria in vista dell’approvazione del Piano sanitario e sociale integrato regionale 2012-2015, realizzare una struttura a custodia attenuata per donne con bambini fino a tre anni presso l’immobile della Madonnina del Grappa di Firenze, attivarsi presso il Parlamento e il Governo per dare concreta attuazione al “Piano straordinario di edilizia penitenziaria” , per rivedere la normativa nazionale relativa alla detenzione in strutture alternative al carcere e favorire concretamente il reinserimento nella società dei detenuti, fornendogli anche più possibilità di lavoro. Sono i provvedimenti urgenti richiesti alla Giunta regionale da una proposta di risoluzione promossa dai consiglieri Pd Marco Ruggeri e Enzo Brogi, condivisa dall’intera maggioranza e approvata nella seduta odierna del Consiglio regionale, riunitosi in seduta straordinaria proprio su richiesta del gruppo Pd per discutere dell’emergenza carceraria in Toscana.
“Anche oggi il garante Margara ci ha presentato in maniera esauriente dati drammatici: i detenuti stanno in strutture al limite della vivibilità, la riduzione degli organici comporta sempre meno operatori, costretti a lavorare con sempre maggiori difficoltà. – fa presente Ruggeri – Inoltre le condizioni sanitarie destano preoccupazione: si nota che anche alcune patologie, scomparse, stanno emergendo in modo pericoloso. Per non sottovalutare questo problema, sulla questione sanitaria è opportuno creare un dipartimento apposito che si occupi delle carceri. Vorrei sottolineare inoltre la questione della reiterazione dei reati, chi esce dal carcere spesso è fuori dalla società e quindi è portato a delinquere nuovamente: qui sta il fallimento del sistema carcerario che così com’è non è rieducativo. Creare le condizioni per cui chi ha commesso reati non li ripeta, grazie ad appositi percorsi di reinserimento lavorativo, permette di rendere più sicuro il paese”.
“Celerità e certezza della pena devono essere accompagnate da un trattamento adeguato, che consenta anche un percorso di rieducazione per i detenuti, in strutture vivibili non certo come quelle attuali in cui in pochi metri convivono troppe persone che spesso neppure parlano la stessa lingua – spiega Brogi – La Toscana nel solco della sua tradizione di civiltà e le istituzioni tutte devono continuare a porre il tema del sovraffollamento degli istituti penitenziari tra le sue priorità e individuare soluzioni per far fronte a quest’emergenza, sollecitando l’utilizzo di misure alternative al carcere quando necessario”.