Governo Monti, Barnini: “Manovra per l’Italia
Migliorare aspetti che riguardano le pensioni”

« La discussione sulla manovra , per essere onesta e corrispondere al desiderio degli italiani di provare a migliorarla nella parte che riguarda l’equità dell’intervento, bisogna che faccia uso della memoria da elefante e non di quella da pesce rosso. I tempi in cui eravamo in presenza di un Governo senza nessuna credibilità e che con la sola permanenza faceva perdere ogni giorno miliardi al nostro Paese, non sono lontani e in quel caso avremmo discusso di uno Stato che non era più in grado di erogare né pensioni né stipendi del pubblico impiego. A partire da questa considerazione si può e si deve analizzare con criticità i provvedimenti proposti dal governo Monti, tentando di alzare l’asticella dell’equità, tenendo fermo il principio che senza interventi strutturali per abbattere il debito pubblico non ripartirà nessun tipo di sviluppo, né possibilità di occupazione. Con questo approccio bisogna dire che la riforma delle pensioni che anticipa i tempi per il passaggio al sistema contributivo per le generazioni dei cinquanta-sessantenni è ingiusta dal punto di vista individuale per quelle persone che vedono slittare in avanti il momento del riposo dal lavoro, ma che al contempo è una strada obbligata per consentire un patto intergenerazionale con chi è entrato da pochi anni o entra oggi nel mercato del lavoro. In cambio però del sacrificio individuale dei padri è necessario che i figli possano uscire dalla spirale di precarietà e insicurezza: per questo sarà decisivo il passaggio successivo che il Governo ha annunciato in materia di ammortizzatori sociali e riforma del mercato del lavoro».

«Gli aspetti della manovra- continua Barnini- che necessitano invece di essere migliorati sono quelli che riguardano la rivalutazione delle pensioni minime, tenendo conto del reale potere d’acquisto, che spinge sempre più verso il limite della povertà anche coloro che stanno sopra la fatidica soglia dei mille euro. Le risorse per consentire questo passo in avanti vanno trovate aumentando il contributo per i capitali scudati – vero sfregio alla democrazia economica- e inasprendo le misure contro l’evasione fiscale, provvedimenti necessari non solo per far tornare i conti, ma anche per rimettere le basi del nostro Stato sul piano della legalità e del rispetto delle regole.

Infine c’è la grande partita del riordino e della semplificazione della macchina amministrativa: su questo punto il nostro territorio può e deve dare il proprio contributo. L’esperienza di decentramento del Circondario appare oggi quanto mai attuale e se accompagnato da un rafforzamento delle deleghe dal basso che configuri sempre di più l’Empolese Valdelsa anche come Unione dei Comuni, costituisce una vera e propria risposta alla provocazione fatta dal Governo di sciogliere le Province in sei mesi e potrà essere molto utile nella discussione toscana che deve cercare di fare sintesi tra la necessità di semplificazione e la salvaguardia del principio di sussidiarietà».