“Scuola, primo bene comune”, il convegno del Pd


A Firenze l’appuntamento regionale del Pd per fare il punto sull’apertura dell’anno scolastico.  “La Toscana vuole investire sulla scuola pubblica”.

 

Firenze  – «La scuola pubblica è per noi un bene comune primario, non un tema tra i temi; la scuola è la questione principale per il futuro del paese. Questo è l’impegno per il quale siamo fortemente mobilitati a proporre soluzioni, idee e progetti e non solo per protestare contro le politiche di disgregazione e di tagli da parte del governo nazionale. In Toscana c’è una grande sensibilità da parte delle famiglie, un forte impegno degli insegnanti e una importante partecipazione dei giovani. La Regione, pur tra mille difficoltà, sta cercando di tamponare il disastro delle politiche nazionali. Possiamo farcela se ci sarà una svolta profonda per rispondere ai problemi strutturali dell’edilizia scolastica, del sovraffollamento delle classi, dei docenti precari, della qualità generale della didattica e della formazione». Lo ha detto Daniela Lastri, consigliere regionale e responsabile scuola del Pd toscano, introducendo i lavori del convegno “La scuola, il nostro primo bene comune”, organizzato dal partito e dal gruppo consiliare democratico e in corso oggi a Firenze, per fare il punto a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico.

L’appuntamento vede la partecipazione di Vittorio Bugli, capogruppo Pd in Regione, Donato Montibello, coordinatore area Sapere del Pd regionale, Andrea Manciulli, segretario regionale del PD e Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd Nazionale, Stella Targetti, assessore regionale alla scuola e del presidente della Regione Enrico Rossi. Tra gli interventi si sono alternati studenti, rappresentanti dei genitori, dirigenti scolastici e insegnanti.

Daniela Lastri ha ricordato le recenti iniziative promosse dal Pd per intervenire con efficacia sulle emergenze che riguardano molto da vicino anche la nostra regione. A partire dalle due mozioni votate l’altro giorno in Consiglio regionale sull’edilizia scolastica e sul sovraffollamento delle classi, che saranno presentate anche nei consigli comunali e provinciali della Toscana. «La nostra battaglia – ha aggiunto Daniela Lastri – è di svincolare le risorse sull’istruzione dal patto di stabilità e, come primo passo, sui servizi educativi e sugli investimenti di edilizia scolastica per costruire aule o migliorare le condizioni degli edifici esistenti. Come pure è urgente reperire risorse per sfoltire le liste d’attesa per gli asili nido. Infine, ma non per ultima – ha concluso la consigliera – c’è la necessità di attuare finalmente il nuovo titolo V della Costituzione, facendo passare alle Regioni le competenze sulle direzioni regionali scolastiche e definendo, una volte per tutte, la nostra competenza anche sulla scuola dell’infanzia».

 

Il capogruppo Vittorio Bugli, si è detto convinto della necessità che “il Pd sia protagonista e strumento di una nuova spinta nella società per rimettere al centro la scuola pubblica. Un bravo padre di famiglia, se risparmia un euro, lo tiene da parte per l’istruzione dei figli, l’esatto contrario di quello che sta facendo il governo. In passato – ha aggiunto Bugli – sulla spinta delle famiglie, che sperimentavano la scuola per l’infanzia e poi chiedevano ai sindaci di farsene carico, abbiamo realizzato conquiste per tutti che oggi non progrediscono ma vengono messe in discussione. Noi siamo a disposizione, in Regione e come partito, per iniziare da oggi un nuovo percorso».

 Andrea Manciulli, segretario toscano del Pd, ha ricordato che «la scuola, il sapere, l’innovazione, sono il fondamento di un paese che vuole rilanciare se stesso e vincere questa crisi. Il disinvestimento in istruzione che sta mettendo in atto anno dopo anno questo governo, manifesta invece una mancanza di prospettiva e di sviluppo per l’Italia. E questo ci ha portato indietro, mentre tanti altri Paesi, europei e non, che oggi stanno meglio di noi, vedono nell’investimento in istruzione una delle strade maestre per battere la crisi: noi risultiamo terzultimi nei dati Ocse per la percentuale di Pil investita in istruzione. Il sistema colpisce tutte le persone che vivono la scuola, partendo dagli studenti e i genitori, i precari che sono l’esempio di come in questo paese viene ridotta la dignità del lavoro, gli insegnanti e tutti gli operatori della scuola che nonostante i tagli non si rassegnano a vedere abbassata la qualità dell’istruzione. Il Pd è dalla loro parte».

Per Donato Montibello, «il governo continua a disinvestire in modo diretto e indiretto sulla scuola. Il risultato finale è che, anche per quest’anno, sono stati tagliati a livello nazionale 17900 insegnanti e ci sono14500 Ata in meno, viene negato a migliaia di bambini il tempo pieno, ci sono classi sovraffollate sopra ogni limite di legge e, cosa ancor più vergognosa per ogni Paese che dice di ritenersi civile, i ragazzi con disabilità non hanno un adeguato orario di sostegno. E con i tagli agli enti locali sono a rischio asili nido e aumentano le liste d’attesa per avere un posto nella scuola d’infanzia. Senza contare, poi, il costo ormai insostenibile dei libri di testo, dei servizi di trasporto e delle mense. Comuni, Province e Regione devono sostituirsi con propri fondi a ciò che dovrebbe esser garantito dallo Stato e contemporaneamente fronteggiano anche i tagli dei fondi statali stessi: è un sistema che non regge».

Secondo la responsabile nazionale scuola del PD, Francesca Puglisi, “è in Toscana che si dimostra come anche in tempo di crisi governare in modo diverso rispetto a questa becera destra si può. Qui si investono importanti risorse per non lasciare nessun bambino senza scuola dell’infanza e per sostenere la qualità della scuola pubblica. Qui si investe per garantire un futuro di crescita economica e di coesione sociale per tutti i cittadini”.

Anche il Presidente Rossi si è soffermato sull’aspetto dell’edilizia scolastica “bloccata dal Patto di Stabilità. Il prossimo anno con l’entrata in vigore del federalismo fiscale – ha detto Rossi – potremo tornare a investire ma occorrerà individuare delle priorità. Il sovraffollamento delle classi è un aspetto drammatico e rappresenta la tomba della qualità della scuola. In Toscana – ha annunciato il presidente delal Regione – voglio una mappatura del sovraffollamento per provare a fare delle proposte concrete. E comunque di fronte ai tagli del Governo la Toscana “ha mantenuto alto il diritto allo studio senza fare tagli pur rimettendoci dei soldi, ed è intervenuta per la scuola dell’infanzia con finanziamenti aggiuntivi”.

L’INTERVENTO INTEGRALE DI DANIELA LASTRI