“Per il terzo polo aeroportuale italiano un hub unico toscano con due nodi: il Galilei e il Vespucci”, documento della Direzione regionale

aeroporto-peretola-firenze31 maggio 2014 – La Direzione regionale riunitasi oggi a Firenze ha approvato un documento sul sistema aeroportuale toscano. Qui di seguito il testo:

 

L’integrazione del sistema aeroportuale toscano basata sulla valorizzazione delle specificità delle funzioni di rilevanza internazionale e del low cost del Galilei di Pisa e di city airport del Vespucci di Firenze, quest’ultima incernierata ad un’idea di sviluppo legata al traffico “point to point” verso le capitali europee e rivolto prevalentemente ad una clientela business, è non solo un obiettivo prefissato da anni ma un impegno su cui il PD Toscano ha fondato buona parte della propria proposta politica in ambito infrastrutturale. Non a caso in tale direzione si possono rilevare diversi pronunciamenti e atti delle Istituzioni nelle quali siamo forza di Governo, a partire dal programma di mandato con cui abbiamo vinto le elezioni regionali del 2010, per passare poi alle molteplici delibere del Consiglio e della Giunta Regionale e ai diversi ordini del giorno dei Comuni di Firenze e di Pisa.
L’ipotesi di partenza è sempre stata l’esigenza di potenziare la capacità recettiva del sistema aeroportuale toscano a fronte di un potenziale numero di passeggeri superiore ad 11 milioni, cifra per la quale non si può prescindere da uno sviluppo correlato dei due aeroporti che tenendo ben salde le questioni ambientali, da sempre prerogativa zero per il nostro partito, hanno portato in maniera logica oltre che politica alla tesi che vede da una parte la messa in sicurezza dell’aeroporto fiorentino e una sua prospettiva di traffico di 4,5 milioni di passeggeri, dall’altra un potenziamento dello scalo pisano che lo possa portare a 7 milioni di passeggeri partendo da una situazione sicuramente lodevole e frutto di buon governo, ma ancora bisognosa di interventi per poter competere fino in fondo in ambito internazionale e raggiungere gli standard delle “porte aeroportuali” più importanti in Europa e nel mondo, così come dimostrato dal piano di investimenti già in atto che dovrà essere garantito senza esitazioni e con la massima convinzione.
Non a caso nel gennaio 2014 il Ministero per le infrastrutture e i trasporti ha reso pubblica una informativa nel Consiglio dei Ministri sul futuro piano nazionale degli aeroporti in cui sono definiti dieci bacini di traffico ciascuno con un proprio aeroporto strategico ad eccezione di quello del Centro Nord dove, oltre a Bologna, viene ritenuto strategico anche quello di Firenze e Pisa, previa la gestione unica.
Quanto detto è una sintetica descrizione della cornice di un quadro che vede i suoi tratti delineati all’interno del PIT, già adottato in seno al Consiglio Regionale della Toscana e nel quale è stato individuato un giusto equilibrio che guarda ad uno sviluppo infrastrutturale dell’intera Regione improcrastinabile e basato su una visione della mobilità intermodale e secondo uno schema progettuale che prevede tra le altre scelte: il rafforzamento della viabilità della costa con l’interno lungo due direttrici, il potenziamento della viabilità e della linea ferroviaria lungo la costa, l’adeguamento della linea ferroviaria Prato – Pistoia – Lucca, ulteriori migliorie sul nodo toscano della linea dell’alta velocità ferroviaria, il sistema portuale toscano, oltre agli interventi di ricucitura infrastrutturale e di innovativa accessibilità ai nodi intermodali di collegamento, quali ad esempio il People Mover previsto nella stessa città di Pisa.
L’equilibrio del PIT in questi ultimi mesi e giorni è stato più volte messo ingiustificatamente in discussione e a fronte delle “fughe in avanti e indietro”, troppo spesso forse dettate anche dagli eccessi della campagna elettorale, il PD della Toscana ribadisce che mai ha cambiato idea e che lo sviluppo dell’intera Regione non può più attendere.
Oggi, però, siamo chiamati anche a riflettere con le dovute attenzioni del rapporto pubblico privato in contesti come quello degli aeroporti. Anche in questo caso non possiamo dare alcuna cittadinanza a letture diffidenti che si basano sul fatto che l’intervento del privato celi una strategia occulta rivolta a ribaltare l’idea di sviluppo dei due scali in maniera sinergica e con gli obiettivi sopra richiamati. Occorre entrare nel merito ripartendo dalle linee politiche che da sempre il nostro partito elabora in materia: perfino nelle utilities pubbliche da anni il PD ha posto l’attenzione sul ruolo di controllo, regolazione e di indirizzo che il pubblico dovrebbe svolgere lasciando al privato quello della gestione; anche il Presidente dell’Anci nazionale, Piero Fassino, in questi ultimi giorni ha richiamato l’argomento lanciando nuovamente l’esigenza di rivedere il ruolo degli Enti Locali nelle proprie partecipazioni auspicando una sensibile riduzione delle proprie quote. In ambito regionale, soprattutto negli ultimi anni, si è data vita proprio su spinta del PD ad una grande stagione di riorganizzazione delle utilities regionali ricorrendo a processi di gara, di integrazione, di fusione e anche di alienazione di parte o in toto del proprio azionariato. Inoltre, da sempre abbiamo considerato che avere un progetto di sviluppo della Toscana capace di attrarre l’interesse a investire di operatori industriali privati costituisce una grande opportunità, non un problema. Su questa linea la politica di marketing d’area che da sempre poniamo nei nostri programmi elettorali ha sempre fatto riferimento al problema di essere capaci di attrarre investimenti sui nostri territori e di non limitarci a vendere il frutto della formazione e della professionalità su cui tanto investiamo nella nostra regione, come spesso avviene nell’ambito dell’innovazione. Di fronte abbiamo un investimento che non può non rimanere nella nostra Regione e che dovrebbe portare a un grande sviluppo, innanzitutto turistico, con tutte le considerazioni del caso sull’indotto. Sicuramente non vi sono posizioni pregiudiziali neanche da parte di coloro che nel nostro partito stanno assumendo una posizione critica a riguardo, ne è una dimostrazione il fatto che alcuni di loro nel 2002 si erano già espressi positivamente su un indirizzo di privatizzazione del Galilei, ma se vi sono problematiche di garanzie il PD regionale sta facendo e farà la sua parte. La posta in gioco però impone innanzitutto ai nostri rappresentanti nelle Istituzioni il principio che se si accetta di stare nel mondo delle quotate occorre muoversi anche secondo le logiche che questo impone cercando di essere sempre all’altezza nell’interesse dei cittadini di dialogare anche con gli investitori privati e nella convinzione che l’interesse pubblico è la prerogativa fondamentale per la quale si muovono tutti i dirigenti del nostro partito e tutti i nostri rappresentanti istituzionali.
Le decisioni sull’entità della presenza del privato nel nostro sistema aeroportuale devono tener di conto dello sviluppo della Toscana, ovvero non possiamo permetterci di perdere apriori un interesse di investimento solido se non si ravvedono elementi di poca affidabilità, di incongruenza con gli indirizzi strategici finora portati avanti, o per temporeggiamenti che troppo spesso la politica interpone rispetto alla capacità di cogliere le occasioni più importanti. Il fattore tempo in queste vicende è sempre molto importante e cogliere le occasioni non sono una sconfitta politica rispetto alla lentezza che fisiologicamente troppo spesso accompagna le grandi trasformazioni gestite dal pubblico: l’accelerazione che può imprimere al processo di integrazione il ruolo del socio industriale non può non essere tenuta di conto con la massima attenzione, senza ovviamente prescindere da tutte le altre valutazioni del caso.
Alla luce di quanto detto il PD della Toscana, in virtù anche delle responsabilità assegnateci nell’ultima tornata elettorale in cui è chiaro che nel nostro paese vi è una grande sete di fare scelte e concretizzarle:
ribadisce la netta convinzione che il giusto equilibrio strutturale del sistema aeroportuale toscano è quello previsto dal PIT e dai vincoli principali in esso contenuti nella versione già adottata, a partire dalla questione dei 2000 m della pista prevista a Peretola e della sua monodirezionalità (a riguardo si ricorda che il confronto con le lunghezze delle due piste del Galilei certificherebbe l’assenza di qualsiasi pericolo di creare doppioni);
si attiverà, nei limiti del proprio ruolo, affinchè il PIT venga approvato in via definitiva nei tempi più veloci possibili e che i master plan dei due scali vengano modificati in coerenza con esso;
invita tutti i propri dirigenti e i propri rappresentanti istituzionali ad attivarsi affinché si realizzi il sistema aeroportuale toscano nei tempi più stretti possibili e con tutte le garanzie coerenti con uno sviluppo correlato dei due scali che guardi all’obiettivo di 7 milioni di passeggeri per il Galilei e di 4,5 milioni per il Vespucci sempre nel massimo rispetto dei vincoli di impatto ambientale e con l’obiettivo di produrre lavoro;
lavorerà costantemente affinché non si perda l’occasione riconosciuta anche a livello istituzionale nazionale di gettare le basi per il terzo polo aeroportuale italiano in contrasto ad una logica di lasciare tutto alla libera competizione del mercato che potrebbe portare ad un indebolimento del Galilei, ad un potenziamento autonomo e senza strategia del Vespucci e a uno sviluppo smodato di Bologna, l’altro aeroporto considerato strategico nel bacino del Centro Nord;
garantirà il massimo sforzo affinché la complementarietà dei due scali passi attraverso lo sviluppo equilibrato di entrambi e che le risorse accumulate da ciascuno di essi saranno reinvestite nelle rispettive strutture;
esprime la propria massima fiducia nei confronti di tutti i propri rappresentanti istituzionali richiamando i principi costituzionali che garantiscono la loro libertà e autonomia decisionale nell’ambito delle scelte amministrative;
chiede a tutti i propri esponenti politici coinvolti di valutare con la massima attenzione il ruolo positivo che potrebbe svolgere l’investitore industriale in particolare in merito all’accelerazione del processo di integrazione e anche secondo quelle che sono le linee elaborate in materia dal partito, evitando in ogni caso oneri aggiuntivi per le Istituzioni coinvolte;
vigilerà, come sempre, sull’utilizzo delle risorse pubbliche secondo criteri di priorità e di equilibrio territoriale regionale;
aprirà un ulteriore percorso di partecipazione per la fase di progettazione definitiva ed esecutiva dell’adeguamento del Vespucci che, ferma restando la pista convergente di 2000 m, consenta ai territori della piana, della città di Prato e di Firenze di individuare tutti gli elementi di cucitura e compensazione infrastrutturale più idonei e di minor impatto ambientale.