Pd Fucecchio contro la chiusura degli uffici postali di Massarella e Querce. La proposta: “Trasformarli in centri multiservizi per le frazioni”

Il Partito democratico di Fucecchio si schiera contro la chiusura degli uffici postali di Massarella e Querce, nel comune di Fucecchio e lanciano una proposta:

«Dobbiamo trasformarli in centri multiservizi per i cittadini delle frazioni-dichiarano Michele Polidori, segretario Pd Fucecchio, Silvia Melani, consigliere provinciale Pd e Silvia Tarabugi, segretaria circolo Pd Cerbaie – L’intento di Poste Italiane (il cui maggiore azionista è il Tesoro) di una razionalizzazione degli uffici postali, definiti anti – economici, è sbagliata e allo stesso tempo iniqua per almeno due aspetti fondamentali: innanzi tutto perché vi è un approccio alla questione che si fonda esclusivamente su aspetti di produttività; la seconda motivazione è legata all’importante funzione che questi Uffici “minori” svolgono all’interno delle rispettive comunità territoriali. Ci rifiutiamo di vivere all’interno di una comunità di persone, che basa le sue scelte fondamentali, come dettate esclusivamente da concetti di produttività. Un territorio non può essere governato esclusivamente con logiche aziendali».

«Non saranno certo la chiusura degli uffici postali periferici (cosiddetti mono – unità), la risoluzione dei problemi dettati dalla spending review– continua Polidori-  Siamo convinti che Poste Italiane possa presentare al Governo e al Paese intero, ben altri comparti di spesa dove si annidano sprechi e inefficienze».

«Inoltre non si tiene conto delle ricadute sociali che la chiusura degli uffici comporterebbero; Come al solito a rimetterci maggiormente saranno i cittadini, per lo più pensionati, che per la riscossione della pensione dovranno traslocare presso altri esercizi molto più distanti, poiché inoltre in suddetti territori non esistono sportelli bancari.

 Non ci rassegniamo e non restiamo in silenzio di fronte al taglio degli sportelli postali di Querce e Massarella vista l’enormità dei disagi che porterebbero, per primo quello del servizio ai cittadini, che verrà a mancare, proprio in aree del territorio fucecchiese già poco servite e con una parte di popolazione ad esempio quella anziana, impossibilitata a muoversi per i servizi minimi, cioè quelli classici postali, o i servizi nuovi che, nel frattempo, Poste Italiane si è inventata come il conto corrente postale, piccoli investimenti e così via.

Non è da tralasciare l’aspetto del sistema economico locale-concludono i segretari- l’efficienza di un servizio di recapito e invio documenti, la certezza dei tempi di consegna e dei tempi di attesa agli sportelli sono elementi che possono essere utili o, viceversa, che possono deprimere la produttività e l’efficienza delle attività locali. In un momenti di forte crisi, di contrazione di welfare pubblico, Poste Italiane, che è un’azienda in utile, non può abbandonare la propria missione e fingere di essere un’azienda qualsiasi».
Rossella Iallorenzi