La cultura chiama, Arezzo risponde

Il Pd riunisce il mondo culturale in vista degli gli Stati Generali, che si svolgeranno a Roma dal 3 al 4 dicembre.

Mercoledì 16 novembre è la volta di Arezzo, con una tavola rotonda aperta al contributo di tutti, che si aprirà alle 21 alla sede del Coordinamento Provinciale, in piazza Sant’Agostino.

“Le riflessioni del Pd di Arezzo nel 500esimo anniversario dalla nascita dell’aretino Giorgio Vasari” è il titolo dell’incontro, che accoglierà gli interventi delle istituzioni e delle associazioni che nel territorio si occupano di cultura e sarà animata dal contributo multimediale curato dai Giovani Democratici. Sarà l’occasione per presentare la bozza elaborata in queste settimane dai gruppi di lavoro, che sarà integrata con nuovi contributi che arriveranno dall’assemblea. E per scegliere i delegati da inviare in rappresentanza della città all’appuntamento di dicembre nella Capitale.

Presente anche Nicola Danti, presidente della Commissione Cultura della Regione Toscana.

Tra i partecipanti, inoltre, il segretario provinciale del Pd Marco Meacci, Andrea Franceschetti, delegato per la Cultura dell’esecutivo provinciale, Monja Magari (gruppo di lavoro Cultura) e Vittorio Martinelli (gruppo Giovani Democratici)

“Cultura è crescita intellettuale, ma cultura è anche reddito e sviluppo” dichiara Marco Meacci – sbaglia chi la snobba ritenendola qualcosa di non strettamente necessario. Il Partito Democratico, per il proprio Dna, deve saper andare in direzione opposta, ponendo la cultura soprattutto come risorsa e strumento di innovazione. I tagli e le penalizzazioni di cui si è reso protagonista l’ultimo governo Berlusconi in questi anni sono stati un blocco allo sviluppo del paese e dei nostri territori che proprio grazie alla cultura e a tutto ciò che è ad essa connesso hanno a disposizione un vero e proprio tesoro. Dobbiamo stare attenti a non replicare quegli errori a livello locale: per questo serve anche di rivedere l’approccio con nuove modalità che permettano di fare sempre più squadra fra istituzioni, mondo culturale, imprese, società civile. Già il sistema-Arezzo ha dimostrato di funzionare bene e non è certo un caso che riesca, come confermato da recenti studi statistici, a essere la provincia italiana in cui l’industria culturale produce reddito più che in ogni altra parte d’Italia. Da essa arriva quasi il 10% del nostro Pil”.

“Sarà un’occasione importante di confronto con il mondo vasto della cultura aretina, con tutti coloro che in tempi così duri di crisi e di tagli riescono a mantenere la cultura viva” dichiara Andrea Franceschetti “li invitiamo tutti a lavorare con noi. Da parte nostra vogliamo condividere con le forze vive della società un nuovo patto di inclusione e cittadinanza, che sappia ridare speranza e protagonismo a tante energie oggi disilluse e frustrate. Questo lavoro passa anche dalla necessità di riannodare i fili di una nuova alleanza per la cultura. L’Italia deve tornare ad essere fabbrica di cultura per rafforzare la nostra identità nazionale, la nostra autorevolezza e riconoscibilità, per fare emergere voci nuove e plurali, per riattivare partecipazione, crescita economica, occupazione. Pensiamo insieme un vero progetto di riforma per la cultura italiana per porre questo settore come centrale nella prossima agenda di governo. Arezzo in questo può essere una provincia leader”.