Il PD toscano aderisce alla manifestazione dei sindacati per il Primo Maggio a Piombino

manifesto_1maggio30 aprile 2014 – Il Pd toscano aderisce alla manifestazione unitaria dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, organizzata per domani Primo Maggio a Piombino, alla quale parteciperanno anche il presidente Enrico Rossi e i rappresentanti istituzionali.
Il responsabile organizzazione del Pd regionale Antonio Mazzeo invita i “militanti della Toscana ad essere presenti in Piazza Verdi per ribadire il sostegno del partito ai lavoratori e per continuare la mobilitazione a difesa dell’industria e dell’occupazione. E’ una manifestazione ancora più importante a seguito della firma del protocollo della scorsa settimana, documento vitale per assicurare un futuro produttivo e i posti di lavoro. Grillo ha usato la città per un comizio, strumentalizzando i suoi problemi, ma, nella realtà, istituzioni, sindacati e forze politiche in questi anni sono state al fianco dei lavoratori, basti pensare ai 270 milioni di euro stanziati a vario titolo da Regione, Governo, Comune e Autorità portuale di Piombino”.

“Il Primo Maggio – continua Mazzeo – è una giornata che in tempo di crisi ha tanti volti: quello di chi un lavoro ce l’ha, di chi l’ha perso, di chi lo sta ancora cercando, di chi, sfiduciato, non lo cerca nemmeno più. In Toscana ha il volto dei lavoratori delle otto imprese artigiane che chiudono ogni giorno, oppure, solo per fare proprio il nome della più grande realtà in crisi in questo momento nella nostra regione, quello dei lavoratori della Lucchini di Piombino”.

“A volte la politica è stata giustamente criticata dai cittadini per mancanza di iniziativa. Ma adesso qualcosa si sta muovendo. Nessuno pensa che tutto sia semplice e che la ripresa, dopo una crisi cosi complessa e variegata, sarà immediata. Ma alcuni segnali con effetto immediato sono stati dati in questi due mesi di governo Renzi, nella consapevolezza che le politiche necessarie devono riguardare chi fa impresa e chi ci lavora, due categorie sempre meno contrapposte e sempre più accomunate dalla stessa sorte. Alcuni provvedimenti sono di maggiore impatto, primo tra tutti quello della rimodulazione Irpef: si aumentano le buste paga dei lavoratori fino a 80 euro al mese (960 euro l’anno). Un contributo al potere d’acquisto che si aggiunge alla riduzione dell’Irap per le imprese e all’aumento delle tasse sulle rendite. Sì, perché non possiamo più permettere che chi produce, chi investe e i redditi da lavoro siano tassati più dei ricavi da speculazione. Per allargare poi al taglio delle tasse per incapienti, partite Iva, pensionati. Va inoltre perseguita con forza l’introduzione di una forma universale di sostegno al reddito dei disoccupati e la semplificazione della normativa sul lavoro e una generale sburocratizzazione del paese, a partire da una riforma della giustizia amministrativa, per attrarre investitori esteri (oggi spaventati dalla giungla di norme e dall’incertezza del nostro sistema giudiziario). Riforma che rientra nel quadro complessivo che il governo sta ridisegnando dopo quella su Province, Senato e legge elettorale. Le riforme sono necessarie in quanto un Paese più snello ed efficiente crea le condizioni per far nascere nuove imprese e permettere loro di lavorare; e rendono all’estero l’immagine di un’Italia moderna con cui costruire nuovi business e su cui investire. Per questo vanno superate le titubanze e va sconfitto il partito trasversale della conservazione perché quello che serve è accelerare su questa strada. Fare veloci è l’unico modo per dare un segnale di credibilità in Europa. Siamo solo agli inizi. Molto è da fare, tanto il tempo da recuperare. Ai lavoratori oggi vogliamo dire che il PD ce la metterà tutta” conclude il responsabile organizzazione PD.