«Il Paese si è rimesso in moto. Adesso è il tempo di investire». Il bilancio di Dario Parrini. Intervista alla Nazione di Empoli

parrininazioneempoli3 gennaio 2014 – «Il Paese si è rimesso in moto. Adesso è il tempo di investire». Il bilancio di Dario Parrini: «Nel 2015 il cambiamento» – Intervista di Francesco Meucci al segretario regionale del Pd toscano su La Nazione di Empoli del 3 gennnaio  2014.

 

di FRANCESCO MEUCCI
DARIO Parrini un anno da deputato e segretario regionale del partito, un anno vissuto molto più a Roma per i lavori parlamentari, e in giro per la Toscana a spiegare in giro per circoli del partito il Jobs Act e le altre riforme del governo Renzi. Con lui tiriamo le somme dell’anno appena chiuso e diamo uno sguardo al prossimo.

Quali sono stati i momenti più importanti del 2014?

«Sicuramente, al primo posto metto il decreto Irpef d aprile, quello sugli 80 euro. Si è trattato di un rafforzamento senza precedenti del potere di acquisto dei lavoratori con i redditi più bassi. Poi la sera delle Europee: abbiamo vinto ampiamente e abbiamo finalmente dimostrato che il partito a vocazione maggioritaria c’è e può ottenere grandi risultati. Infine, lunedì 22 dicembre, quando abbiamo varato la legge finanziaria 2015. E’ la legge di stabilità della svolta:  riduce le tasse e la spesa pubblica  come mai è stato fatto prima; insieme  al jobs act rappresenta una grossa spinta a creare posti di lavoro stabili. Non è stato facile, e soprattutto  non era scontato, riuscire  a ridurre del 30 per cento il costo dei nuovi contratti a tempo indeterminato e far sì che il 2014 fosse  l’ultimo anno con il costo del lavoro dentro l’Irap».

Quindi ci lasciamo alle spalle un anno…

«Un anno in cui il Paese si è rimesso in movimento dopo una lunga paralisi. Resta tantissimo da fare, ma bisogna ammettere che prima d’oggi non si era mai fatto così tanto in così pochi mesi».

E il 2015 come sarà?

«Abbiamo fatto vedere che cambiare marcia si può. Chi può investire, adesso lo deve fare. E’ il momento giusto, perché c’è una politica che sa passare dalle parole ai fatti e che è disposta ad affrontare le resistenze e gli agguati che il cambiamento a volte suscita».

Già, in Parlamento avete avuto a che fare con opposizioni particolarmente scatenate…

«E’ incredibile come l’Italia così com’è nuoccia a tanti e, al tempo stesso, faccia comodo a tanti. Un conto è il diritto di opposizione, che va rispettato, un altro il diritto di veto. Rispetto chi dissente, ma andiamo avanti. Certo, continua a sorprendermi vedere che in certi casi la Bindi e Fassina fanno più opposizione di Brunetta».

Il Governo arriverà al termine del mandato o si andrà al voto anticipato?

«Arriveremo al 2018 perché riusciremo ad eleggere in modo ordinato il successore di Napolitano e a portare a termine le riforme».

Quali allora i risultati più importanti di questo anno di governo Renzi?

«Non ci sono più il finanziamento  pubblico ai partiti né elezioni  di primo grado e indennità per gli amministratori provinciali. Una volta che la riforma istituzionale sarà stata approvata, referendum confermativo compreso, le province in quanto tali spariranno e l’Italia potrà dire di aver fatto dimagrire di un terzo il proprio parlamento, portandolo da 945 a 630 membri  elettivi: è una cosa mai successa in nessun Paese nella storia continentale postbellica. Un segnale di serietà: la politica, che chiede ai cittadini e alle imprese di fare la propria parte, in primo luogo riduce se stessa».

 

EMPOLI
«Coraggiose le parole di Brenda sulla fusione»

Il 2015 sarà un anno importante in Toscana con le elezioni regionali di primavera…
«Abbiamo l’onore e l’onere di essere il primo Pd d’Italia. La ricandidatura di Enrico Rossi è la cosa giusta e non credo che eventuali contendenti riusciranno a raccogliere le firme per sfidarlo alle primarie. Andiamo  alle elezioni regionali forti del buon governo messo in campo in questi anni e delle proposte saldamente riformiste che presenteremo  su sanità, sostegno all’innovazione e riassetto istituzionale  e dei servizi pubblici locali».

E in questi giorni si è tornato a parlare di accorpamenti fra Regioni, anche grazie a una tua presa di posizione.

«Dopo lo choc del voto in Emilia-Romagna ho sollevato, insieme ad alcuni colleghi, la questione della riduzione del numero delle Regioni. Dal dibattito che ne è seguito credo di aver colto nel segno».

Nel frattempo si torna anche a discutere di fusioni dei Comuni.

«Le parole del sindaco di Empoli in tal senso mi sono sembrate molto coraggiose e pienamente condivisibili. Se vogliamo comuni in grado di tenere alto il livello dei servizi riducendo i loro costi e la pressione fiscale, e capaci di realizzare opere pubbliche e investimenti sociali nella misura necessaria, aumentarne la dimensione media tramite le fusioni è una scelta obbligata. È poi significativo che da un territorio come questo, da sempre all’avanguardia nell’innovazione istituzionale, sia arrivata la più avanzata proposta di fusione circolata fino a questo momento
in Toscana»