Economia

CHI HA DI MENO È CHIAMATO ANCORA UNA VOLTA A DARE DI PIÙ MENTRE CHI HA DI PIÙ CONTINUERÀ AD AVERE SEMPRE DI PIÙ.

La politica economica del governo è fortemente iniqua sul piano sociale e inadeguata rispetto alle sfide che il Paese ha di fronte: lo sviluppo sostenibile, l’occupazione, in particolare giovanile, l’abbattimento del debito pubblico.

Chi ha di meno è chiamato ancora una volta a dare di più mentre chi ha di più continuerà ad avere sempre di più. Colpisce il reddito da lavoro dipendente e le piccole imprese, indebolisce le famiglie tagliando i servizi erogati da regioni, province e comuni (asili nido, mense scolastiche, trasporti pubblici locali, assistenza).

Aumentando tasse, tariffe ed Iva, penalizza i consumi, gli investimenti delle imprese e l’occupazione. I cittadini onesti sono chiamati a pagare sempre di più, ma sono assenti le riforme per la modernizzazione del Paese.

 

Il PD ha proposto una strada alternativa, segnata dall’equità, e dalle riforme per lo sviluppo sostenibile;

 

Riduzione dei costi della politica partendo da un dimezzamento dei parlamentari e dalla ristrutturazione delle istituzioni centrali e territoriali;

 

Contributo di solidarietà straordinario sui 105 miliardi condonati nel 2009 con lo “scudo fiscale” da destinare al pagamento di una parte dei debiti delle PA verso le PMI e per gli investimenti dei comuni;

 

Un’imposta patrimoniale ordinaria sui grandi valori immobiliari basata su criteri progressivi;

 

Lotta vera all’evasione fiscale attraverso tracciabilità dei pagamenti sopra i 300 Euro, obbligo alle imprese di comunicare elenco clienti fornitori, inclusione dello stato patrimoniale nella dichiarazione dei redditi, reintroduzione del reato di falso in bilancio, cosi da recuperare risorse per ridurre i costi del lavoro stabile e combattere la precarietà, ridurre l’Irpef in primis per la mamme lavoratrici, eliminare gradualmente il costo del lavoro dalla base imponibile Irap;

 

La dismissione di immobili pubblici e un’asta per le frequenze tv per recuperare 25 miliardi di euro da investire nelle infrastrutture e nella logistica;

 

Un pacchetto di liberalizzazioni efficaci per i servizi bancari ed assicurativi e professionali, l’energia, la distribuzione di carburanti e di farmaci. Fatti concretie non demagogici spot come sull’art. 41 della Costituzione

 

Stabilizzazione dell’agevolazione fiscale del 55% per l’efficienza energetica (in scadenza al 32/12/2011); politiche industriali per l’innovazione tecnologica e la ricerca, con attenzione prioritaria alle straordinarie risorse potenziali, a partire dalle donne, del Mezzogiorno;

 

Eliminazione dell’articolo 8 della manovra di Ferragosto.