Dsu, Gd: “Dall’ex direttore Peruzzi
attacchi strumentali a diritti studenti”

“Le critiche al DSU toscano, che abbiamo letto in questi giorni sulle pagine dei quotidiani, ci sembrano strumentali e faziose e confondono questioni personali e politiche. Non entriamo nel merito delle scelte dell’azienda per quanto riguarda gli incarichi dirigenziali, vorremmo però porre l’attenzione su alcune questioni fondamentali che riguardano gli studenti”. Così in una nota il segretario dei Giovani Democratici della Toscana, Andrea Giorgio, e il responsabile università dei Giovani Democratici, Gaetano Caravella.

“L’ex direttore dell’Ardsu Enrico Maria Peruzzi fa riferimento ad una presunta mancanza di meritocrazia nell’assegnazione della borsa, ma non è così: esistono soglie importanti rispetto al numero di Crediti Formativi Universitari necessari al mantenimento della borsa di studio, soglie peraltro innalzate nel recente bando pubblicato a luglio. Rispunta poi l’idea di considerare la media come criterio di merito, un’idea contro cui ci siamo battuti già, data la difficoltà di istituire una media unica per tutte le facoltà senza tenere conto dei differenti carichi di studio. Peraltro lo strumento della media non è presente neanche nelle linee guida nazionali. Le considerazioni di Peruzzi sulla resa degli studenti borsisti sono palesemente smentite dal decimo rapporto Irpet sul sistema universitario in Toscana, che rivela come i borsisti abbiano performance migliori degli altri studenti in termini di esami sostenuti e tempi di conseguimento del diploma.

Per quanto riguarda poi la questione degli studenti stranieri, che sono circa il 13% sul totale dei vincitori della borsa di studio in Toscana, Peruzzi pare aprire all’idea delle quote: un’ipotesi inaccettabile, mentre crediamo che sia giusta l’idea, che gia’ abbiamo portato avanti in varie sedi, della stipulazione di accordi coi Paesi di provenienza per l’istituzione di fondi di garanzia che coprano il DSU in caso di impossibilità  di recuperare gli importi erogati e non restituiti. Sulla questione dei controlli e degli sprechi ci limitiamo a sottolineare che chi li rileva oggi sulla stampa è stato per anni direttore dell’Azienda.

Non possiamo accettare un attacco del genere al diritto allo studio, probabilmente dettato da questioni personali che però rischiano di portare all’ennesima messa in discussione di uno strumento che in Toscana più che nel resto del Paese è garanzia di uguaglianza e mobilità sociale. Il diritto allo studio non può essere ridotto a mero investimento economico ma va considerato come investimento sociale. Così come lo studente non puo’ essere una voce di spesa in bilancio ma un protagonista del futuro della nostra societa’” concludono i Giovani Democratici.